“Per caso” è il nuovo singolo degli Artemixia Cor, band di Marsala (TP) che torna sulle scene dopo un silenzio discografico lungo sei anni. L’artemisia è una pianta il cui nome viene fatto risalire ad Artemide, dea greca della caccia, figlia di Zeus e Latona, nonché sorella gemella di Apollo. Potrebbe risalire anche ad Artemisia, la regina che secondo la tradizione ne scoprì le proprietà e le divulgò.
La mitologia e il misticismo di cui è pregna la storia di questa pianta, hanno letteralmente incantato il chitarrista Giuseppe Di Giorgi, nato a Torino e residente a Marsala (TP),che nel 2012, insieme al fratello Valerio (batterista) e ad Antony Mannone (cantante e chitarrista), decide di mettere in piedi il progetto artistico/musicale“Artemixia Cor”. Nel 2012, con l’etichetta discografica bolognese Areasonica Records, pubblicano l’album d’esordio “As God Intended”, lanciando in contemporanea il videoclip del singolo “Riding this wave”.
Sonorità analogiche fortemente impregnate dagli anni ‘70, con evidenti richiami alle compiante camice di flanella sbottonate che si indossavano negli anni ’90 e quel retrogusto vintage di valvole, pelli graffiate e chitarre sature. Era questo il marchio di fabbrica della prima incarnazione di una band che oggi, ha saputo cambiar pelle, rimanendo fedele alle proprie radici. Oggi gli Artemixia Cor ci raccontano una storia nuova, diversa e matura. La chitarra Gibson di Giuseppe Di Giorgi è inamovibile e ricama un abrasivo muro sonoro che viene smussato dalle morbide linee di basso di Antonio Parrinello, controbilanciato dal possente groove di Fausto Teri e chiuso dalla voce di Daniele Giardina, che colora ogni brano con l’ausilio di effetti vocali sempre diversi. “Quel fuoco che scalda divampa violento rapisce i sensi e vuoi giocare con me”, recita una frase del ritornello del nuovo singolo “Per Caso”. Una polaroid che incarna perfettamente lo spirito della band in ogni sua piccola sfaccettatura, descrivendone l’energia sprigionata dalle incandescenti chitarre di Giuseppe Di Giorgi e il pathos lirico di Giardina che recita “Raccontano amori perduti nel tempo (Spazi lasciati in un letto ormai freddo)”. Sonorità nuove, sperimentazione e un volto totalmente rinnovato per una band che è riuscita a cambiar pelle proprio come fanno i serpenti, mantenendo però coerenza e onestà intellettuale.