“Non chiudere gli occhi, il cuore e la mano a chi bussa alle vostre porte”
Di Beppe Pisa
Papa Francesco ha dato inizio domenica 5 maggio al viaggio apostolico nella regione dei Balcani, che lo porterà prima in Bulgaria e poi in Macedonia del Nord, il 7 maggio. La visita di un campo profughi a Sofia e una preghiera al memoriale dedicato a Santa Teresa di Calcutta a Skopje saranno due tra i momenti più significativi della permanenza del pontefice in Bulgaria e in Macedonia del Nord. Una visita, quella in Bulgaria, “sulle orme” di Giovanni Paolo II (primo pontefice a visitare il paese, nel 2002) e “nella memoria” di Giovanni XXIII (primo delegato apostolico dal 1931 al 1934). E’ stato lo stesso papa Francesco a sottolineare questo significato del viaggio in un video messaggio indirizzato ai fedeli bulgari, in vista della prima tappa di una visita caratterizzata dal messaggio di “fede, unità e pace”.
Papa Francesco: “non chiudere gli occhi, il cuore e la mano – come è nella vostra tradizione – a chi bussa alle vostre porte”
Nel suo primo discorso a Sofia, dinanzi ad alcune migliaia di fedeli (il cattolicesimo è religione assai minoritaria) e alle autorità politiche, papa Francesco, come di consueto, ha voluto essere fedele alla sua interpretazione dei mali del XXI secolo, tra i quali le fratture egoistiche tra Nord e Sud, e la costruzione dei muri per bloccare le migrazioni. La Bulgaria è un “luogo d’incontro tra molteplici culture e civiltà”, ha detto il papa, “ponte tra l’Europa dell’est e quella del sud, porta aperta sul Vicino Oriente. E a voi, che conoscete il dramma dell’emigrazione, mi permetto di suggerire di non chiudere gli occhi, il cuore e la mano – come è nella vostra tradizione – a chi bussa alle vostre porte”.Inoltre, ha aggiunto, “lo sviluppo, anche economico e civile, della Bulgaria passa necessariamente attraverso il riconoscimento e la valorizzazione di questa sua specifica caratteristica. Possa questa terra, delimitata dal grande fiume Danubio e dalle sponde del mar Nero, resa fertile dall’umile lavoro di tante generazioni e aperta agli scambi culturali e commerciali, integrata nell’Unione Europea e dai solidi legami con Russia e Turchia, offrire ai suoi figli un futuro di speranza”, ha aggiungto il pontefice.
La Bulgaria ha poi voluto ricordare il papa, è “una terra in cui affondano antiche radici cristiane, che alimentano la vocazione a favorire l’incontro sia nella regione sia nella comunità internazionale. Qui la diversità, nel rispetto delle specifiche peculiarità, è vista come un’opportunità, è vista come una ricchezza e non come motivo di contrasto”. L’incontro si è svolto nella piazza di Sofia dedicata al politico e oppositore Atanas Burov che, ricorda il papa, “subì i rigori di un regime che non poteva accettare la libertà di pensiero”. Tra i temi toccati da Bergoglio nel suo discorso l’attualità delle migrazioni e delle persone migranti. “La Bulgaria si trova a confrontarsi con il fenomeno di coloro che cercano di fare ingresso all’interno dei suoi confini, per sfuggire a guerre e conflitti e alla miseria e tentano di raggiungere in ogni modo le aree più ricche del continente europeo, per trovare nuove opportunità di esistenza, o semplicemente un rifugio sicuro”, ha detto papa Francesco, invitando i governanti bulgari a “creare le condizioni affinché, soprattutto i giovani, non siano costretti a emigrare”.
Il papa alle comunità ebraiche e islamiche: “restare ancorati ai valori della pace”
Il pontefice ha quindi rivolto un saluto al Patriarca bulgaro Neofit, a tutti i fedeli della Chiesa ortodossa bulgara e ai “vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e a tutti i membri della Chiesa Cattolica, che vengo a confermare nella fede e ad incoraggiare nel loro quotidiano cammino di vita e testimonianza cristiana”. Ricordando il documento sulla fratellanza umana, firmato ad Abu Dhabi lo scorso febbraio, il pontefice ha ricordato poi ai membri della comunità ebraica e ai fedeli dell’Islam l’importanza di “restare ancorati ai valori della pace”. “Approfittiamo dell’ospitalità che il popolo bulgaro ci offre affinché ogni religione, chiamata a promuovere armonia e concordia, aiuti la crescita di una cultura e di un ambiente permeati dal pieno rispetto per la persona umana e la sua dignità, instaurando vitali collegamenti fra civiltà, sensibilità e tradizioni diverse e rifiutando ogni violenza e coercizione. In tal modo si sconfiggeranno coloro che cercano con ogni mezzo di manipolarla e strumentalizzarla”, ha aggiunto. A seguire Bergoglio ha fatto visita al patriarca e al Santo Sinodo, cui è seguita una preghiera privata davanti al trono dei santi Cirillo e Metodio nella cattedrale patriarcale. All’esterno della chiesa il papa ha quindi recitato il Regina Coeli, mentre nel pomeriggio ha celebrato la Santa Messa in Piazza Knyaz Alexander I.