Tra le tante, la frase più bella scritta sui resoconti della cronaca dell’arrivo di Mimmo Lucano a La Sapienza è stata: “I militanti di estrema destra sono stati fermati a distanza di sicurezza”. La lezione del sindaco di Riace sull’accoglienza al Dipartimento di Antropologia si è trasformata in un evento nel segno della libertà. Gli studenti hanno, letteralmente, creato un cordone di solidarietà e protezione per Domenico Lucano, sottolineato da “Bella Ciao” cantata in coro. “Noi siamo l’onda rossa che contrasta l’onda nera che ci sta oscurando. Ho inseguito un sogno di umanità e democrazia e questo sogno continuerà fino alla fine”. Questa la lezione che tutti si aspettavano e che, nonostante le minacce di Forza Nuova, c’è stata. Prima ancora della straordinaria accoglienza degli studenti l’intero Ateneo si era mobilitato in difesa di un appuntamento didattico inserito da tempo nel percorso della facoltà. E un amplissimo schieramento sociale (sindacati confederali, Anpi, Arci e molte altre voci indipendenti) aveva invitato la Questura a vietare la manifestazione di protesta annunciata da Forza Nuova, cosa che poi è avvenuta. Ma, contravvenendo a tale disposizione, comunque ieri pomeriggio un gruppo di estrema destra ha cercato di avvicinarsi a piazzale Aldo Moro. I militanti di Fn, guidati da Roberto Fiore, sono stati bloccati dalla polizia a poche centinaia di metri. Erano circa cinquanta e con loro avevano lo striscione: “Mimmo Lucano nemico dell’Italia”. Ciò che conta in questa giornata surreale è che Mimmo Lucano ha potuto liberamente tenere la sua lezione in Facoltà, dentro un’aula gremita e lì ha potuto raccontare cos’è stato e cosa può ancora essere il modello Riace, una forma di accoglienza che non guarda alle religioni né al colore della pelle e che, inoltre, può contribuire a ripopolare i borghi del Sud.