Il 13 maggio Mimmo Lucano terrà una lezione all’università La Sapienza di Roma e la solita Forza Nuova, guidata dal suo segretario Roberto Fiore, ha annunciato che manifesterà in piazzale Aldo Moro contro l’ex sindaco di Riace e il suo modello d’accoglienza.
Ora, se è ancora in vigore la Costituzione che abbiamo difeso nel referendum del 4 dicembre 2016, e in particolare la sua dodicesima disposizione transitoria e finale, si dà il caso che sia vietata la ricostituzione, “sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Al che vien da chiedersi come possa non solo esistere ma anche candidarsi alle elezioni e manifestare in spregio a tutti i divieti, nonché alle leggi Scelba e Mancino, un partito che non ha mai abbracciato l’anti-fascismo e che, al contrario, fa della rivendicazione del fascismo la propria bandiera.
Così come vien da domandarsi come sia possibile che le istituzioni non solo non difendano ma, al contrario, per voce del vice-premier Salvini, attacchino un galantuomo il cui modello di integrazione e accoglienza era non solo noto in tutto il mondo ma anche considerato il migliore in circolazione, al punto che è dovuto intervenire il sindaco di Barcellona, Ada Colau, per esprimere solidarietà e vicinanza a un uomo perbene, drammaticamente esposto da mesi ad accuse infamanti.
Difendere Mimmo Lucano, pertanto, non è una questione di destra o di sinistra e non si tratta nemmeno di esaltare a priori la sua persona. Qui si tratta di difendere la dignità umana, le istituzioni, le basi stesse della nostra Repubblica democratica, i valori sui quali non può che fondarsi una società civile e i princìpi fondamentali della nostra Carta, tra cui l’articolo 10 che, al terzo comma, recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. E al quarto comma recita: “Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici (a esclusione dei delitti di genocidio [L. cost. 1/1967]).
Questo direi che sistema, una volta per tutte, le richieste di porti chiusi, blocchi navali e altre amenità. Ciò che non sistema, e non potrà mai sistemare, è il nostro sgomento al cospetto di una simile, inusitata violazione del dettato costituzionale, con conseguenze imponderabili per il vivere civile, a cominciare da un imbarbarimento senza precedenti e, oggettivamente, devastante per la comunità nel suo insieme.