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L’Espresso non diffamò i neofascisti di Generazione Identitaria, il gip archivia la querela

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L’articolo oggetto di denuncia e che avrebbe intaccato l’onorabilità dell’associazione di estrema destra, firmato da Andrea Palladino, è apparso su L’Espresso il 7 febbraio 2018 e raccontava come quelli di Generazione Identitaria si preparassero in una palestra di Roma ad affrontare anche fisicamente la “feccia umana” ossia i profughi” (questo è il link http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/02/07/news/pugni-calci-contro-profughi-generazione-identitaria-1.318002).

Tutto dimostrato da un video che il legale del giornale ha prodotto agli atti del procedimento penale. Ora il gip ha stabilito che non c’è stata alcuna diffamazione e che “l’autore dell’articolo ha rappresentato fatti e circostanze in modo oggettivo e che trovano, peraltro, conferma nel video allegato proveniente dalla stessa organizzazione citata dalla pubblicazione in questione”. Ma chi è la presunta parte offesa? Un’associazione neofascista, nata nel 2012,  presente in nove Paesi europei, tra cui l’Italia; due anni fa aveva lanciato una vera e propria caccia alle navi delle organizzazioni non governative, come riportava dettagliatamente lo stesso giornalista, Andrea Palladino su L’Espresso. Dunque ciò che fu raccontato, secondo quanto si legge nell’ordinanza di archiviazione, risponde alla “realtà oggettiva dei fatti”. Scorrendo la biografia di Generazione Identitaria si scopre che il sodalizio viene fondato nel 2015 in Italia da Gian Marco Concas, un ex ufficiale della Guardia costiera italiana che oggi risulta aver lasciato il movimento; e poi c’era Marco Malaguti, anch’egli oggi fuori dall’associazione, ma fondatore di un’altra organizzazione che si muove nello stesso solco; e ancora: Lorenzo Fiato, presidente, Umberto Actis Perino e Roberto Cortis. Il gruppo, con la sigla di Generazione identitaria, partecipò al convegno “Mille patrie” organizzato il 28 febbraio 2015 dal think-tank “Il Talebano” di Vincenzo Sofo, oggi candidato al Parlamento europeo con la Lega, manifestazione che vide la partecipazione anche dell’attuale Ministro Matteo Salvini. Nel 2017 arriva la notorietà o meglio si scoprono le reali intenzioni, perché Generazione Identitaria avvia la missione della nave C-Star e la cosiddetta “caccia” alle navi delle Ong impegnate nei salvataggi dei migranti a rischio naufragio. Le azioni venivano filmate e immediatamente diffuse sui social, alimentando la campagna di discredito dei salvataggi umanitari. Sempre nello stesso anno un esponente del Movimento parlò di “branchi di profughi, quella che qualcuno chiama feccia e di fatto alcuni di loro sono questo”. Aver raccontato questo spaccato sconcertante che per così tanto tempo ha potuto seminare odio, senza essere disturbato, ha provocato come unica reazione la querela per diffamazione, presentata nonostante le presunte vittime sapessero benissimo che quel racconto era veritiero dalla prima all’ultima parola e provato da un video. Ecco quanto e cosa costa in Italia raccontare le verità scomode. Generazione Identitaria ha depositato una querela infondata e temeraria e non rischia nulla, in più come organizzazione neofascista sarebbe anticostituzionale e da sciogliere, invece si è potuta permettere di azionare la macchina della Giustizia pur sapendo di non averne diritto in quanto l’articolo era veritiero.


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