Dal report 2019 sull’indagine della percezione dei giovani studenti del Progetto educativo antimafia si evince che la stragrande maggioranza dei giovani, il 90%, giudica negativamente le mafie, ma anche la Politica, principale responsabile della persistenza del fenomeno mafioso. Quindi non basta suscitare un’emozione che decade dopo l’evento commemorativo. Solo un processo cognitivo ed educativo di lunga durata può introdurre il dubbio e la conoscenza critica del ruolo condizionante delle mafie nel processo di sviluppo civile, economico e democratico del Pianeta.
Anche per queste scontate considerazioni l’evento commemorativo prossimo della strage di Capaci o, come quelli già ricordati, di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, di Peppino Impastato o quelli futuri di via D’Amelio o del 3 settembre, non possono subire alcuna strumentalizzazione politica o elettorale o di confronto tra presunte antimafie “diverse”, quella più dura e quella più morbida.
L’antimafia è una, come la mafia. È un’affermazione di rigore etico e di impegno per il cambiamento nel nome della Costituzione e dei suoi principi fondanti della Repubblica. Non può essere usata per vantaggio personale (politico, affaristico o elettoralistico).
È l’esempio morale e politico delle vittime, non indifferenti davanti la povertà, la sopraffazione, lo sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, pur partigiani di culture diverse, ma convergenti sulla necessità del rispetto della democrazia e della libertà senza le quali i diritti del lavoro, della dignità umana, della solidarietà non sono tutelati.
Per queste considerazioni il Centro Pio La Torre parteciperà alle manifestazioni per la strage di Capaci, per riaffermare che l’antimafia è quella di tutti coloro che la praticano concretamente senza sbandierarla per qualche effimero vantaggio, ma per difendere la democrazia e la Costituzione.