La Corte d’appello di Parigi accoglie nella tarda serata di lunedì la richiesta degli avvocati dei genitori: lo Stato francese deve garantire il rispetto delle richieste pervenute dal Comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità. Di conseguenza a Vincent Lambert devono essere ripristinate alimentazione e idratazione, fino alla pronuncia nel merito da parte dell’organismo Onu
Decisiva dunque è stata, nella scelta della Corte d’appello, la necessità che la Francia non violasse le norme e le procedure da lei stessa sottoscritte ratificando la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e il relativo protocollo aggiuntivo. Non si tratta, beninteso, di un ribaltamento delle decisioni già a suo tempo assunte che autorizzavano la sospensione di idratazione e alimentazione, ma dell’ordine di applicazione di una misura cautelare: evitare cioè che tali decisioni vengano effettivamente applicate prima che sul caso di Vincent Lambert giunga dal Comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità un giudizio definitivo. Nell’immediato, si tratta di una decisione fondamentale per preservare la vita di Lambert.
Sempre nella giornata di lunedì, la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva rigettato un nuovo ricorso presentato dai genitori, evidenziando la totale assenza di qualsivoglia nuovo elemento che fosse in grado di riaprire il caso. Nel corso della giornata anche il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, era intervenuto per annunciare la sua intenzione di non entrare nella vicenda. “Sono profondamente toccato – aveva scritto – dalla situazione di Lambert, mi sono interrogato molto su una questione che tocca l’intimo di ciascuno e per la quale non ci sono risposte semplici e univoche. Come presidente della Repubblica non spetta a me sospendere una decisione che rientra nella valutazione dei medici ed è conforme alle nostre leggi. Ma sento l’emozione suscitata dalla vicenda”, aveva scritto Macron. “Dietro le lacerazioni – continuava – sento un’angoscia: quella che in Francia si possa decidere in modo arbitrario della morte di un cittadino. E proprio perché non è così, perché non c’è, nel nostro paese, posto per l’arbitrio, che non devo intromettermi nella decisione che è stata presa. Riaffermo solo i principi fondamentali che tengono la nostra nazione e prevalgono su ogni altra considerazione: la lotta per la vita, il rispetto della morte, la protezione di ognuno. Oggi – la sua conclusione – dobbiamo una cosa a Vincent Lambert e alla sua famiglia: il rispetto della loro privacy e del loro dolore”.
Un lungo post su Facebook, quello di Macron, pubblicato a metà pomeriggio di lunedì, che non prendeva neppure in considerazione il tema della richiesta pervenuta dal Comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità e degli obblighi assunti dalla Francia con la ratifica della Convenzione Onu e del suo protocollo aggiuntivo. Un particolare, che qualche ora più tardi è risultato decisivo per la decisione della Corte d’Appello di ordinare il ripristino immediato delle cure per Vincent Lambert.