E tregua sia. Almeno per ora. Si è conclusa cosi in questo modo, da pochi giorni, l’ennesimo capitolo denso di tensione e di morte tra Israele e la Striscia di Gaza. Il bilancio delle vittime, anche questa volta, è alquanto pesante. Le vittime palestinesi dovute ai raid aerei israeliani, fra cui una bambina ed una donna incinta, sono in tutto 21. Sono state 4, invece, quelle israeliane, provocate dal lancio di razzi “ Qassam” , ordinato da Hamas, verso la città di Ashkelon. Per arrivare alla sospensione delle ostilità è stato determinante , ancora una volta, il ruolo di mediazione svolto dall’ Egitto , il quale continua a mantenere ottimi rapporti con il governo israeliano e , contemporaneamente, ad accrescere sempre di più la sua influenza geopolitica su tutta Gaza.
Ma , nonostante questo, i toni dei due rispettivi governi restano ancora molto aspri, e l’uscita dal tunnel della complessa crisi israelo-palestinese sembra ancora, inevitabilmente, molto lontana. Da un lato il premier israeliano Benjamin Netanyahu , rafforzato politicamente dalla sua recente rielezione a premier, afferma che l’obiettivo resta quello di “ garantire la sicurezza dei residenti a Sud di Israele”. Dall’ altro, invece, il governo di Gaza, in mano ad Hamas, prosegue nell’ accusare direttamente Israele di aver imposto il cosiddetto “ blocco della Striscia” , iniziato nel 2007 e mai terminato. Ed è ancora abbastanza preoccupante il contesto igienico-sanitario in cui versa tutta la popolazione gazawi.
Secondo i dati forniti dal prof. Foad Aodi, presidente dell’ “Associazione Medici Stranieri in Italia”, in stretto contatto con i medici palestinesi, l’ attuale situazione è drammatica. Vi è assenza totale di tutto quanto occorre per la chirurgia d’urgenza, per la pediatria e la ginecologia. Molte persone hanno subito, negli ultimi anni, l’amputazione degli arti inferiori o superiori a causa dei bombardamenti, e sono ancora in attesa di ricevere protesi ed adeguate cure. Inoltre la scarsità di energia elettrica rende il lavoro negli ospedali molto precario e difficile. Aodi ha anche rivolto un appello alle istituzioni italiane, affinchè possano promuovere un ‘azione in “ favore del dialogo” e per “ fermare ogni forma di attacco e di violenza per salvare vite umane da una parte e dall’ altra”. In più, dopo il cessate il fuoco, i feriti gravi sono stati 25, i quali necessitano di urgenti interventi chirurgici. Intanto, è stata da poco diffusa la notizia che l’emirato del Qatar si è impegnato a versare la mastodontica cifra di 480 milioni di dollari in favore dei palestinesi, sia di Gaza quanto della Cisgiordania.
Un ricco finanziamento che dovrebbe servire per sostenere i nevralgici settori dell’ istruzione , della sanità e degli aiuti umanitari in entrambe le zone. Una decisione che conferma gli interessi del ricchissimo emirato sugli assetti politici futuri a cui andranno incontro tutti i palestinesi. Già verso la fine dello scorso anno, infatti, il Qatar aveva deciso di versare ben 15 milioni di dollari in favore di Hamas, per darle modo di pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici della Striscia di Gaza.