Non sono più 500 mila, ma 90 mila. E lo ha detto il ministro dell’Interno Salvini. Che cosa c’è dietro la svolta completa sul più importante numero della narrazione leghista
Nell’articolo di Lorenzo Borga pubblicato oggi su Il Foglio, il giornalista spiega a cosa è dovuto il dietrofront del ministro dell’interno Salvini riguardo al numero di irregolari presenti nel nostro Paese.
Da più di un anno, la realtà chiede conto a Salvini delle sue promesse. I proclami fatti in campagna elettorale erano due: bloccare gli arrivi dalla Libia e rimpatriare 500 mila stranieri irregolari presenti in Italia. Se la prima è stata mantenuta, e principalmente per via degli accordi presi con la Libia dal suo predecessore Marco Minniti, la seconda invece stenta.
Sarà per via delle difficoltà che ha riscontrato nel chiudere gli accordi per i rimpatri che aveva promesso di fare con dieci paesi di provenienza dei migranti che Salvini si è trovato a cambiare completamente la sua narrazione, raccontandoci che in fondo gli irregolari non sono poi così tanti.
Dopo dieci mesi di benzina sul fuoco, sfruttando ogni evento per sottolineare la pericolosità del fenomeno migratorio, il ministro dell’Interno potrebbe aver capito che non si può più permettere di alimentare la paura e che è arrivato il tempo di rassicurare i cittadini che lo hanno eletto.
In ogni caso, il calcolo che fa (premesso che il calcolo sugli irregolari non potrà mai essere esatto per definizione), risulta essere alquanto impreciso. Non tiene conto degli immigrati arrivati in Italia per vie legali e poi trattenutisi oltre il periodo permesso, come non tiene conto degli immigrati irregolari arrivati via terra, non sottrae alla stima… Continua su cartadiroma