Cariche, lacrimogeni e cinque feriti nel centro città. La polizia carica gli antifascisti, e tutela i 20 di CasaPound
Tutto è accaduto per un comizio con il quale Casapound ha chiuso la campagna elettorale per le Europee del candidato Marco Mori. Piazza Marsala, luogo scelto dalla forza di estrema destra per il comizio, era stata blindata dalla polizia. Intorno alla piazza due manifestazioni che hanno richiamato oltre mille persone: una parte si è fermata davanti alla prefettura, altri sono arrivati a piazza Corvetto. Poco prima dell’inizio del comizio, al quale erano presenti una ventina di persone, sale la tensione. Al grido ‘Genova è solo antifascista’ i manifestanti hanno provato a forzare il blocco della polizia per entrare in piazza tirando oltre le grate alcuni fumogeni e petardi. La polizia, che aveva ‘chiuso’ il luogo del comizio con le grate antisommossa e i blindati schierando circa 300 uomini delle varie forze dell’ordine, ha subito la prima ondata ‘ammortizzata’ dalla digos, che poi si è ritirata dietro al Reparto Mobile. A quel punto, prima la polizia ha risposto sparando lacrimogeni anche a altezza d’uomo, poi ha compiuto una prima carica disperdendo i manifestanti, allontanandoli dai cosiddetti ‘Alari’, le grate mobili di protezione.
Davanti al persistere dell’azione degli antifascisti, che hanno lanciato pietre, bottiglie e pezzi di bastoni, poliziotti e carabinieri hanno chiuso la piazza su tre lati e hanno caricato, sparando ancora lacrimogeni, ancora a altezza d’uomo. Negli scontri ci sono stati dei feriti. Tra questi un giornalista di Repubblica che, pur essendosi qualificato, è stato colpito dalla polizia: avrebbe subito una frattura a una mano. Feriti anche due carabinieri e due ragazzi, che sono stati sottoposti a fermo di polizia. Per un’ora e mezzo, dalle 18 alle 19.30, il cuore di Genova è stato sotto scacco. Il questore di Genova, Vincenzo Ciarambino, ha poi incontrato all’ospedale Galliera il giornalista di Repubblica, Stefano Origone rimasto ferito nella carica della polizia durante gli scontri con gli antifascisti scoppiati nel centro di Genova per il comizio di Casapound. Origone ha due dita di una mano fratturate e varie ecchimosi a causa dei colpi subiti. Il questore ha chiesto scusa al giornalista.
Nicola Fratoianni, esponente de La Sinistra e deputato di Liberi e uguali, dopo gli scontri di oggi a Genova tra la polizia e gli antifascisti, in una nota, attacca: “A Genova davvero un capolavoro: è incredibile che per far parlare 15 fascisti ad una manifestazione che non doveva svolgersi, una città venga bloccata con incidenti, feriti e fermati. Pure un giornalista, di ‘Repubblica’, viene malmenato e si ritrova con una mano fratturata ed ecchimosi su tutto il corpo provocate dalle manganellate e dai calci anche quando era a terra”. Quindi Fratoianni prosegue: “Un altro successo del ministro del disordine, che ne dovrà rispondere in Parlamento alla nostra interrogazione sulla vicenda. Vogliamo che sia fatta chiarezza, fino in fondo, perché a Genova città medaglia della Resistenza, episodi di questo tipo non devono più accadere. E lo devono capire – conclude l’esponente de La Sinistra – anche dalle parti del Viminale”.
Che non sarebbe stato un pomeriggio semplice per la città era stato annunciato dalla protesta montata in questi giorni proprio per la concessione della piazza a Casapound. In piazza Marsala erano apparse scritte come ‘Carogne’ e ‘Genova è solo antifascista’. E la notte scorsa davanti alla fontana della piazza era stato scaricato un sacco di letame con sopra un cartello: “Il fascismo non è un’opinione: è merda”. Ma la giornata sembra non finire mai: quando il gruppetto di CasaPound lascia scortato e in gran silenzio piazza Marsala, si sciolgono i cordoni della polizia, ma dal grande gruppo di antifascisti abbarbicato sotto la statua di Vittorio Emanuele II di Savoia parte l’invito: “Andiamo sotto la questura: liberi tutti”. Il riferimento è ai due ragazzi sottoposti a fermo di pg, uno dei quali portato via di peso, ferito e ammanettato mentre la gente, ed era gente comune, pregava gli agenti di chiamare un’ambulanza. Dopo poco, è partita l’ennesima carica.