Sabato 11 e domenica 12 maggio si vota per il rinnovo degli organi dell’Assostampa Fvg, il sindacato unitario dei giornalisti.
Se dovessi definire, senza tanti giri di parole, i compiti del nostro sindacato nell’attuale stagione, sceglierei due termini forse inusuali ma, a mio parere, efficaci: servizio e vigilanza.
Il primo indica la funzione fondamentale di un’organizzazione sindacale impegnata da più di un secolo nella tutela di una categoria alla quale è affidato il compito delicatissimo di informare i cittadini difendendo gelosamente la propria autonomia. Lo fa sottoscrivendo con la controparte editoriale contratti e accordi la cui attuazione va giorno dopo giorno verificata con rigore: dalle ricadute nel corso dell’attività quotidiana negli organi di informazione alle grandi sfide poste dall’evolversi della società. Un servizio dato alle persone e ai gruppi di lavoro, comunque si chiamino e si organizzino, come qualsiasi organismo sindacale.
La vigilanza è giustificata dalla grande rilevanza anche costituzionale della materia affidata ai lavoratori del settore: la libertà di informare e il diritto a essere informati. Spesso i due ruoli, servizio e vigilanza, si intrecciano e impongono una testimonianza e un impegno che vanno ben oltre i compiti affidati a un’organizzazione sindacale.
La Federazione nazionale della stampa italiana e le Associazioni di stampa regionali hanno accentuato negli ultimi decenni questi indirizzi, confermati dal recente congresso nazionale con l’ampia maggioranza riconosciuta al movimento di Controcorrente. A questo movimento si richiama la lista “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente” per le elezioni di sabato e domenica che propone la conferma del gruppo dirigente uscente. Carlo Muscatello, Alessandro Martegani e gli altri colleghi e colleghe della lista meritano la conferma della nostra fiducia per il lavoro svolto con spirito di servizio e per l’attenzione riservata alle tante situazioni di crisi e di pericolo: e mi riferisco in particolare al precariato, ai pensionati, all’Inpgi, alle minoranze linguistiche. Senza dimenticare il lavoro in redazioni ridotte dai tagli avvenuti negli ultimi anni.
Luciano Ceschia, ex segretario generale della Fnsi e già direttore del “Piccolo”