Codici identificativi subito, il video e l’appello della campagna di Amnesty Italia

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“Un pestaggio crudele, gratuito, del tutto immotivato”. Ancora più sconvolgente, a parere di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, se si pensa che il cronista di Repubblica Stefano Origone urlava di essere un giornalista mentre veniva picchiato dagli agenti della polizia in tenuta antisommossa a Genova. ”

”Ero come un pallone, preso a calci’: l’espressione usata da Stefano per spiegare la violenza su di lui è la stessa frase che sentimmo da una vittima dei pestaggi di Genova nel 2001, un altro giornalista Mark Cowell”, dice all’Adnkronos Noury. “E’ necessario più che mai oggi – i fatti di Genova lo dimostrano ancora una volta – introdurre i codici identificativi sulle divise dei poliziotti”, esorta.
“I codici identificativi sono uno strumento già introdotto in molti paesi dell’Unione europea; Amnesty – sottolinea il portavoce – li chiede dal 2011 ma c’è una grande resistenza da parte di politici e forze di polizia. Più passa il tempo, più questo strumento diventa necessario”. Noury esprime poi preoccupazione per clima di violenza pre-elettorale: “Questi fatti arrivano al termine di un periodo di manifestazioni, contestazioni, comizi elettorali in cui ci sono stati diversi casi di uso eccessivo della forza. E’ necessario dire basta!”.

Per questo Amnesty International rilancia l’appello affinché siano predisposti gli eletti con i codici identificativi per le Forze dell’ordine.

Di seguito il link per poter sottoscrivere l’appello e il video per la campagna di Michele Riondino.

La nostra campagna per chiedere i codici identificativi delle forze di polizia

 

 


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