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“Bangla” – di Phaim Bhuiyam

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Un felice esordio per un giovane italiano di seconda generazione, originario del Bangladesh, che affronta in maniera ironica un tema caro all’Islam: la castità prima del matrimonio. E’ questo il mood del film “Bangla”, primo lungometraggio di Phaim Bhuiyam, che ne cura anche la sceneggiatura insieme a Vanessa Picciarelli.

E’ il racconto delle peripezie di un ventiduenne musulmano, lo stesso regista, che vive nel quartiere Tor Pignattara di Roma (un melting pot multietnico in cui le diverse culture sembrano vivere in totale armonia) che è tormentato da un conflitto sempre più manifesto tra il desiderio di soddisfare il proprio istinto sessuale con quello di non contravvenire al precetto islamico che gliene fa divieto prima del matrimonio.

La trama del film si snoda attraverso un doppio binario: da un lato, la vita di Phaim all’interno delle tradizioni della propria famiglia Bengalese,  dall’altro, la sua quotidianità, fatta di lavoro e di musica, in un contesto di tipo occidentale. Nessuna contraddizione tra le due quotidianità, segno evidente di mondi, pur così diversi eppur così dialoganti e perfettamente integrati tra loro (dunque un futuro possibile, già “presente”).

Secondo il regista, una pellicola di tipo autobiografico, il cui intento era quello di raccontare la: “mia vita  nei suoi aspetti quotidiani, con sguardo comico, affettuoso, ma anche pungente. L’urto con il mondo occidentale, le differenze generazionali all’interno della mia stessa famiglia e, soprattutto, l’arrivo dell’amore attraverso l’incontro con una ragazza, il confronto con il mondo femminile”.

Una produzione Fandango e Timvision, distribuita da Fandango, in sala dal 16 maggio.
Un film delizioso, di un giovanissimo regista, nato a Roma nel 1995, dal buon ritmo, che affronta con leggerezza ed ironia l’atteggiamento di un giovane musulmano occidentale verso un Tabù dell’Islam.


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