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Altaforte via dal Salone di Torino. Vincono i valori antifascisti

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Il Salone del libro di Torino apre senza lo stand di Altaforte, la casa editrice di Casapound, associazione dichiaratamente di destra e fascista che, nei fatti, ha monopolizzato il dibattito della vigilia di questo appuntamento, che per editori, autori e lettori è tra i più attesi e prestigiosi dell’anno. Formalmente Altaforte è stata esclusa dal Salone del Libro con rescissione del contratto e subito l’editore, Francesco Polacchi, ha annunciato un’azione legale con cui verrà impugnato l’atto col quale si è posto fine ad un confronto che, a dispetto delle interpretazioni politiche, era stato molto chiaro dal primo momento. C’erano stati la scorsa settimana numerosi annunci di defezioni dal Salone del Libro in quanto uno stand era stato concesso alla casa editrice che pubblica testi espressamente riferibili al fascismo, il quale è di per sè anticostituzionale. Di contro, voci della destra convinta e profonda, avevano gridato alla censura, parola che in queste ore viene richiamata anche dai responsabili di Altaforte. Prima della chiusura del rapporto contrattuale i responsabili dei due enti soci fondatori del Salone, ossia Sergio Chiamparino per la Regione Piemonte, e Chiara Appendino, in qualità di sindaco di Torino, avevano chiesto l’esclusione della casa editrice. Entrambi hanno sottolineato,in un post comune, che non si poteva permettere che “certe ideologie entrassero nel Salone, vista l’impronta antifascista dello stesso e la ricorrenza del centenario della nascita di Primo Levi”. Messaggio chiarissimo arrivato poche ore dopo un appello decisivo agli organizzatori, quello lanciato da Halina Birembaum, sopravvissuta ad Auschwitz, scrittrice, traduttrice e poetessa, oggi novantenne, che sulla presenza di Altaforte a Torino aveva detto: “O noi, o loro”. Senza mezzi termini, senza alcuna esitazione sul valore della libertà né sulla evocata censura.
Altaforte, come si sa, ha anche pubblicato il libro di Matteo Salvini “Io sono Matteo Salvini – Intervista allo specchio” di Chiara Giannini che secondo l’editore ha “già venduto seimila copie ed è pronta la ristampa” e questo per loro sarebbe il “vero motivo” dell’esclusione. Gli interventi, molteplici ed autorevoli, di questi giorni hanno dimostrato quanto contasse lo spartiacque tra fascismo (vecchio e nuovo) e antifascismo che è alla base della Costituzione vigente. Si è ribadito altresì che la tolleranza verso forme di revisionismo può aprire varchi profondi e pericolosi al ritorno di ideologie che hanno distrutto la libertà di pensiero e la cultura. L’inserimento di Altaforte tra gli stand nel salone del libro 2019 era stato in qualche modo una sorta di “apertura” verso l’ideologia fascista e la diffusione di quelle idee che, per la Costituzione, rappresentano apologia di fascismo.Vietato in Italia.

Plauso per la decisione di escludere la casa editrice di Casapound è arrivata, tra gli altri, da Carla Nespolo, presidente dell’Anpi, e con, un tweet, da Zerocalcare, il fumettista romano che insieme ad altri scrittori e intellettuali aveva annunciato che non sarebbe andato a Torino in presenza dello stand di Altaforte.


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