“70 persone (33 bambini, 22 donne di cui 3 incinte, e 15 uomini) ospitati nel centro d’accoglienza per casi fragili in via dei Codirossoni a Torre Maura sono oggetto di una violenza inaudita che può trasformarsi in un vero e proprio pogrom fomentato dai gruppi neofascisti di Casa Pound, Forza Nuova, Azione Frontale, che ora organizzano un presidio fisso fino a che non se ne sia andato l’ultimo “zingaro”. Lo scrive il Il movimento Kethane – Rom e Sinti per l’Italia sui fatti di Torre Maura a Roma.
“Ospitati in seguito a un bando di gara europeo indetto dal Comune nel 2015 perché la vecchia struttura che li ospitava, in via Toraldo andava chiusa perché il proprietario doveva rientrare in possesso dei locali, non possono stare lì solo perché sono di etnia rom. Quindi delinquenti, non come i migranti ospitati in precedenza nello Sprar: “Quelli non davano fastidio a nessuno” dice la gente mentre calpesta il pane che doveva sfamare le 70 persone. Che invece sono “animali”, come dice il cittadino “normale” che si vanta di aver innescato la rivolta popolare
In questo caso non cerchiamo giustificazioni nell’esasperazione di gente.
Chiediamo al prefetto e al questore di Roma di impedire il presidio intimidatorio e umiliante davanti al centro e di tutelare la sicurezza di 70 persone innocenti.
Chiediamo alla magistratura di individuare e assicurare alla giustizia gli autori degli atti vandalici esercitati contro la presenza innocua di 33 bambini, 22 donne, di cui 3 incinte, e 15 uomini documentati e vantati sui social come trofei di una crociata che stabilisce una scala diversa tra persone umane. Altrettanto chiediamo per le forze politiche che hanno istigato l’attacco.
Chiediamo che l’amministrazione di Roma operi una mediazione preventiva con la popolazione quando è necessario inserire delle comunità, siano immigrati o rom e sinti, in contesti difficili.
Chiediamo ai giornalisti e ai media di non spegnere le luci su questa storia e di seguire e portare all’attenzione dell’opinione pubblica sia il destino di queste 70 persone sia l’accertamento delle responsabilità per gli atti che hanno rilevanza criminale.
Infine chiediamo a cittadini italiani che hanno al cuore i valori della democrazia e della civiltà, di alzare la voce e non accettare la prepotenza razzista e la legge del più forte.
Per conto nostro provvederemo a denunciare la persona che ci ha definiti “animali” e resistiamo all’onda nera organizzando la comunità rom e sinta perché possa difendere il suo diritto a una vita normale come una qualunque altra comunità”.
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