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Sri Lanka. Pasqua di sangue nella lacrima dell’India

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Attentati al cuore della cristianità  srilankese nel giorno delka Resurrezione  di Cristo. 290 morti,  centinaia  di feriti. Notizie confuse e nessuna  rivendicazione nonostante 24  sospetti e arresti.Un paese a forma di lacrima.
La chiamano  “lacrima dell’India”questa  isola splendida.
Già martoriata dallo tsunami  del 2014, nel giorno di Santo Stefano, oggi piange ancora  altri  morti.
Devastata da anni di guerra civile tra Tamil  e cingalesi.
Tra religioni costrette a convivere, cristiani  , induisti, buddisti, musulmani, convive  tra progresso e  tradizione, ricchezza e povertà.
Dove un turista  trova tutto, bellezze naturali, buon  cibo e gente che sorride.  Sempre.
La Farnesina  lavora per dare  informazioni ai turisti presenti
Gli attentatori erano 7 kamikaze . Ma ci sono altri allarmi di ulteriori  attacchi. Tra le vittime anche 35 stranieri,   cittadini americani,  britannici, olandesi e indiani, cinesi,  giapponesi e  portoghesi.
Un  coprifuoco  è una misura per tutelare  e sono messe in atto  altre  precauzioni, ma la paura è  tanta.
Sono morti turisti, figli di miliardari, sono morti volti noti della tv dello Sri Lanka, sono morti semplici fedeli in chiesa. Ma i morti sono tutti uguali.
Innocenti.  Tutti. Vittime  del terrorismo .
Contro religioni? Contro  ricchezza? Contro  governi.
Vittime del terrore.
Il terrore che lo Sri Lanka, l’isola  del te, una perla nell’oceano, vive da anni.
Pensateci quando parlate di immigrati come numeri, come problemi.
Gli srilankesi emigrano e solitamente  lavorano come badanti o colf nel nostro paese, l’Italia.
Pensateci a come sia difficile lasciare un paradiso per vivere spesso nelle periferie delle nostre città, al freddo e ai margini, quando si lavora da badanti  il sole fuori si vede ben poco.
Questa fetta di immigrati, pacifiche anime sempre sorridenti, lascia l’estate  perenne in rigogliose meraviglie. E un mare di cristallo.
Ci deve essere una ragione per fuggire da li.
E che alle belle parole di vicinanza dei governi di queste  ore, compreso il nostro, che all’immigrazione  sembra aver dichiarato guerra, seguano fatti concreti e un nuovo modo di comunicare.
Perché  quando si promette di chiudere i porti è anche a  questa gente che si chiude la porta.
A gente che fugge da paradisi  distrutti .
Oggi, Sri Lanka, il cuore del mondo é  con te.
Oggi, Sri Lanka, rialzati , perché nel tuo paradiso si possa ritornare.


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