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Scorta mediatica a Donato Ungaro, protagonista del webdoc “Le mani sul fiume”

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“Scorta mediatica” del sindacato dei giornalisti e dell’Ordine a Donato Ungaro, il vigile-giornalista di Brescello che fu tra i primi a denunciare le infiltrazioni criminali nel Comune emiliano sciolto per mafia. Donato è tra i protagonisti di Le mani sul Fiume, dove aveva raccontato la sua storia e parlato degli scavi abusivi di sabbia lungo il corso del Po. Oggi la vicenda di quel vigile urbano, licenziato ingiustamente a causa della sua attività giornalistica per la Gazzetta di Reggio, torna a far parlare di sé: perché la sua presenza all’assemblea pubblica organizzata lo scorso 8 marzo dall’associazione antimafia Agende Rosse è stata oggetto di una richiesta urgente di spiegazioni inviata con raccomandata dall’attuale sindaca Elena Benassi; ma soprattutto per la querela per diffamazione presentata dall’ex sindaco Coffrini e indirizzata a Ungaro, agli autori di uno spettacolo teatrale ispirato alla sua vicenda (Marco Martinelli ed Ermanna Montanari per Saluti da Brescello) e al giornalista Marco Belpoliti (direttore della testata Doppiozero, sulla quale era stato pubblicato il testo della pièce). “Il collega continua a ricevere minacce per la sua attività d’inchiesta svolta in passato”, hanno scritto Assostampa e Odg, invitando tutti a “manifestare con la loro presenza l’impegno a non essere indifferenti e a mantenere la schiena dritta di fronte all’illegalità”.

Donato, quando hai scoperto di essere stato querelato dall’ex sindaco di Brescello? Nel mirino c’è uno spettacolo del Teatro delle Albe ispirato alla tua storia e ci sei tu in prima persona come fonte d’ispirazione del testo teatrale…

È successo agli inizi di gennaio; mi è arrivata una telefonata che mi avvertiva che un teatro aveva ricevuto una denuncia, ma la cosa non era chiara per niente. Anche gli avvocati non capivano cosa stava succedendo; poi a febbraio un’altra telefonata, da un altro soggetto che mi riferiva di aver ricevuto una querela in cui era indicato il mio nome e quello dell’autore di uno spettacolo teatrale, e poi un’altra ancora. Sono arrivato a contarne sei; ma ufficialmente non mi è mai stato notificato nulla. Scopro di essere stato denunciato “per conto terzi”, perché qualcuno riceve documenti che dovrebbero rimanere segreti fino a quando la Procura non avrà valutato le accuse rivolte nei miei confronti; siamo oltre alla gogna mediatica conseguente a un avviso di garanzia o al rinvio a giudizio. Qui siamo al passaggio precedente: alla querela spacciata come verità assoluta e brandita come una clava! Non si tratta dell’indagato che apprende dalla stampa di essere al centro di un’indagine; è il pubblico ministero che potrebbe essere informato dalla stampa che gli sta arrivando una querela in cui gli si chiede di indagare su di me. Si informa prima il “pubblico” che la Procura. Una cosa mai vista.

Il testo della querela è stato inviato ai giornalisti di diverse testate e ai direttori di diversi teatri: l’ex sindaco si riserva di querelare anche loro se persevereranno nell’idea di mettere in scena la rappresentazione. Suona come una minaccia?

Non posso che usare le parole dell’assessore alla Cultura e alla legalità dell’Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti, che parlando della querela presentata da Ermes Coffrini dice: “Senza vergogna e con sfrontatezza fa questa azione intimidatoria nei confronti degli artisti”. E ancora: “Noi non ci fermeremo di fronte a questo tentativo di intimidazione, andremo avanti nella nostra rotta di contrasto e di cancellazione di ogni forma di acquiescenza o anche soltanto leggerezza e superficialità che tendono a nascondere o a rimuovere il problema drammatico delle infiltrazioni criminali e mafiose nel nostro territorio”. L’ho scritto sul mio blog, all’indomani della notizia della querela: “Si tratta di creare timori e alle volte va bene il tritolo come la carta bollata”.

La causa con il Comune per l’ingiusto licenziamento è ormai chiusa a tua favore, eppure la tua storia continua a “dare fastidio” anche oggi. Ora però hai ricevuto anche il sostegno di molti colleghi e del sindacato. Come affronterai le accuse che ti sono state rivolte?

Non lo so come le affronterò, lo vedrò volta per volta. In questo momento l’unica certezza è che non sarò solo; proprio oggi mi ha voluto incontrare Beppe Giulietti, segretario e presidente della FNSI, il sindacato dei giornalisti italiani. Mi ha garantito la sua vicinanza e il supporto del sindacato dei giornalisti. È importante, per me. È importante capire che – come giornalista – non sono più solo. Perché è nella solitudine che si è nel pericolo. E io da oggi ho la certezza di essere in buona compagnia.

di Giulia Paltrinieri, vincitrice della sesta edizione del Premio Morrione con il webdoc Le mani sul fiume


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