L’erosione di senso della Festa della Liberazione purtroppo continua. Anche il Ministro dell’Interno Salvini ha contribuito a questo smantellamento di valore, con una compiaciuta dichiarazione di astensione dalla celebrazione. Che il capo leghista ha derubricato ad un “derby tra fascisti e comunisti”, quasi fosse ai suoi occhi una chiassosa partitella tra scapoli e ammogliati.
La cosa indigna, ma non stupisce, visto che recentemente Salvini ha messo insieme fascisti, nazisti, marziani e venusiani, come se fossero tutte invenzioni di fantasia. Questa banalizzazione è una variante del negazionismo. Perché non nasconde il fascismo, ma lo riduce ad evento estinto, che fa cadere in prescrizione anche la Festa del 25 Aprile.
Non è così. Il fascismo si ripresenta continuamente. E’ la violenza che spinge ad atti aggressivi contro la libertà di pensiero, l’uguaglianza, la dignità.
Il 25 Aprile è non solo il giorno in cui si festeggia la fine della peste nera, ma soprattutto quello in cui ci dobbiamo vaccinare di memoria per combatterla insieme ogni giorno.
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