Decreto all’esame del Consiglio dei ministri. Di Maio e Salvini, prosegue la rissa sul Def. La crisi precipita. In arrivo una stangata. I sindacati: sarà una “primavera calda”
Di Alessandro Cardulli
Il primo round lo vince il ministro Tria. Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare un decreto legge per tracciare il percorso da seguire per procedere alla liquidazione delle somme in favore dei risparmiatori truffati, in linea con quanto concordato con l’Unione Europea. Diciamo “dovrebbe” perché la materia, il rimborso appunto, è stata al centro di una disputa fra i due vicepremier, lo stesso presidente del Consiglio, i quali avevano più volte sollecitato il ministro a rimborsare tutti coloro che si erano dichiarati truffati senza passare da alcun accertamento. La Commissione Ue aveva richiamato più volte il governo a rispettare le procedure individuando un percorso temporale per gli accertamenti necessari. Tria aveva fatto presente più volte che occorreva evitare “inconvenienti” tipo l’intervento della Corte dei Conti che avrebbe potuto incriminare i funzionari che avessero dato corso al pagamento senza rispettare la regole. Più volte il ministro, sottoposto ad una campagna diffamatoria da parte di media disponibili, che avevano coinvolto anche suoi familiari, aveva fatto presente che per il 90% dei richiedenti le pratiche necessarie erano pronte. Ma per un 10% di coloro che si erano dichiarati truffati occorrevano accertamenti. Alla fine l’ha spuntata, sono state le stesse associazioni convocate dal premier a risolvere il problema. Convocate dal premier che, in precedenza, aveva anch’egli premuto per il “tutti e subito”, come sostenuto da Salvini e Di Maio. Le 19 associazioni cui avevano fatto ricorso i “truffati”, hanno tolto dall’imbarazzo il governo accettando l’iter indicato dal ministro contro il quale avevano fatto campagna i due vicepremier interessati a mischiare due vicende, quella relativa ai rimborsi e quella che interessa il Def. A conclusione dell’incontro 17 associazioni si sono dette favorevoli alla soluzione che, di fatto, il ministro Tria aveva proposto da tempo. Conte ha illustrato ai partecipanti all’incontro il percorso.
Riguardo al Def, il documento di economia e finanza, che verrà discusso dal Consiglio dei ministri nella giornata di questo martedì, di nuovo Tria si troverà a fronteggiare sia Conte che Salvini e Di Maio. I quali in questi giorni sono come cane e gatto. Si rinfacciano a vicenda “quota cento”, il reddito di cittadinanza, la flat tax che è uno dei capisaldi delle promesse elettorali del Salvini. Questa volta non ci saranno le associazioni dei “truffati” dalle banche a risolvere i problemi. Vediamo la soluzione respinta solo da due, quelle venete si dice, delle 19 associazioni: operativa in un arco di tempo, due o tre giorni, stando a quanto affermato da Tria il governo varerà i decreti attuativi. Subito, nei tempi tecnici necessari, verranno rimborsati coloro che hanno un reddito inferiore ai 35mila euro o un patrimonio mobiliare non superiore ai 100mila euro, mentre gli altri coinvolti nella vicenda dovranno passare per un arbitrato agevolato. Così verranno rimborsati i 200 mila risparmiatori che sono in attesa. Questa la soluzione concordata dallo stesso ministro del Tesoro, frutto dello scambio di opinioni durato molti mesi fra il Tesoro e Bruxelles. In definitiva si tratta di un doppio binario: il primo, quello dei rimborsi automatici, coinvolgerà il 90% circa dei potenziali beneficiari, mentre l’arbitrato agevolato riguarderà il 10% circa. A superare le posizioni divergenti nel governo tra Tria e i 5 stelle sono state le stesse associazioni: ai voti 17 hanno detto sì mentre due hanno optato per il no. Ancora incertezze su quanti saranno i rimborsati subito. Fonti governative dicono il 90% mentre le associazioni parlano del 40%. Fra i primi commenti quelli di Federconsumatori che, con il presidente Viafora, ha partecipato all’incontro sul Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) presieduto dal premier Conte. Viafora conferma che domani “nel Consiglio dei ministri, verrà proposto un Decreto Legge che interviene sulla norma primaria per procedere alla liquidazione delle somme in favore dei risparmiatori truffati, in linea con quanto concordato con l’Unione Europea. Si opererà automaticamente ove ricorra una di queste due condizioni: 35.000 Euro lordi (reddito della persona fisica) o 100.000 Euro di beni mobiliari, senza attendere il pronunciamento di un arbitro terzo”.
Federconsumatori: rimborsi automatici o ricorso all’arbitrato. Risultato importante
“Sempre in occasione del Consiglio dei Ministri – scrive Federconsumatori – verrà proposto un ulteriore Decreto Legge che interviene sulla tipizzazione, individuando le fattispecie che determinano il rimborso automatico, e in caso di ricorso all’arbitro terzo verranno previste le tipologie di ricorso all’arbitro stesso che accerti il misselling prevedendo anche in questo caso tipologie che possano favorire una trattazione più veloce delle singole posizioni, in base ad elementi soggettivi ed oggettivi. Operando in tal modo, il Governo ritiene possibile coprire il 90% degli obbligazionisti ed azionisti. Il restante 10% dovrà dimostrare il misselling, definendo tipologie omogenee in modo tale che l’arbitro possa intervenire più facilmente”. Il misselling – traduciamo noi – è la vendita deliberata sconsiderata o negligente di prodotti o servizi in circostanze in cui il contratto è erroneamente rappresentato o il prodotto o il servizio non sono idonei alle esigenze del cliente. Dopo questo nostro inserto dal momento che ci sembra un servizio ai lettori non obbligati a conoscere termini economici in lingua inglese torniamo al comunicato di Federconsumatori che parla di un “risultato importante”. Nell’incontro, afferma Viafora “abbiamo sottolineato, inoltre, l’esigenza di procedere celermente al ristoro dei risparmiatori che già da troppo tempo attendono, sottolineando che i rimborsi avrebbero dovuto coprire significativamente i prestatori a scarso reddito, privilegiando i soggetti in condizione di disagio economico e le azioni baciate. Abbiamo inoltre rilevato l’esigenza di procedere alla compensazione rispetto a coloro che avevano acceso mutui o investito in azioni e che si sono trovati con il mutuo da pagare e con le azioni in perdita.
Il governo mantenga perlomeno quanto deciso anche se altre erano le promesse elettorali
Ovviamente ci aspettiamo ora che il Governo dia seguito a quanto affermato oggi e mantenga fede alle promesse fatte ai risparmiatori.” Da segnalare che, nota Federconsumatori, “rimane aperto il problema relativo alla distanza tra i provvedimenti annunciati in campagna elettorale che garantivano il pieno rimborso a tutti”. Già e questo sarà il tema dello scontro sempre più evidente fra i due vicepremier, titolari del “contratto di governo”, ognuno dei quali deve far valere le sue promesse. Promesse insostenibili perché l’economia è ferma, siamo in recessione, sono stati disattesi gli impegni con la Unione europea. Il Pil si riduce allo 0,2 per cento, il deficit sale al 2,4 per cento, il debito arranca in salita, cresce di quasi due punti, si posiziona al 132,6 per cento. Se si vuole evitare l’aumento dell’Iva secondo le previsioni del Tesoro serve una manovra da 26,4 miliardi. Ancora un dato: la crescita era stata programmata a dicembre all’1%. Oggi scenderebbe allo 0,1. Sarà programmata nel documento predisposto dal ministro del Tesoro e dal suo staff allo 0,1 o 0,2 %. Salvini e Di Maio non intendono ragioni, affiancati dal premier Conte.
Economisti sbottano. Ci vorrebbe il commissariamento da parte della Ue
Autorevoli economisti, intervistati da Radio Radicale, affermano che in “questa situazione ci vorrebbe il commissariamento da parte della Ue”. Accade invece che i gialloverdi mettono sotto accusa la consigliera del ministro, chiedono a Tria di mandarla a casa. Ora, a onor del vero, la politica del Tesoro ha assecondato il “contratto” fra Salvini e Di Maio. Lo stesso ministro ha scelto una strada, una linea, se così si può dire, che porta l’Italia a sbattere, sull’orlo del precipizio. Perfino Confindustria non si ritrova nelle scelte del governo, Salvo, pare, quelli che producono il vino che a Verona accolgono prima Salvini e poi Conte come salvatori della patria. Strano che non si sia presentato anche il Di Maio. I due si rincorrono anche a proposito di fidanzate. Ascoltando le interviste di Radio Radicale che hanno fatto parlare economisti che non hanno risparmiato critiche alla manovra del governo comprendiamo sempre di più perché i gialloverdi, con in testa un tal Crimi, vogliano chiuderla. E perché, con sempre maggior forza e convinzione vada salvata. Magari da chiudere sarebbe quella bestemmia fatta passare per una grande iniziativa del governo, che si chiama stati generali dell’editoria, un minculpop, già sperimentato. Di funesta memoria. E torna alla ribalta la parola “stangata”. I sindacati non ci stanno e hanno annunciato, unitariamente, una “primavera calda”, una grande mobilitazione dei lavoratori e dei pensionati con scioperi e manifestazioni in tutta Italia.