Io so tutti i nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Così Pasolini scriveva il 14 novembre 1974 sul Corriere della Sera riferendosi agli attentati stragisti dell’Italia di piombo, ma questo suo testo sembra ancora attuale se pensiamo, a 25 anni di distanza, a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Ilaria aveva con sé gli “Scritti corsari“, il libro di Pasolini che contiene anche questo memorabile testo, quando venne assassinata a Mogadiscio insieme a Miran in quel tragico 20 marzo 1994. Come un segno nel tempo e nella memoria.
Poco più di una settimana fa è stato Vittorio Viviani dal palco del WeGil a rileggere Pasolini per ricordare Ilaria e Miran in una iniziativa voluta e organizzata dall’associazione Amici di Roberto Morrione.
Quando la giustizia e la politica faticano a trovare la strada della verità, sono gli intellettuali che interpretano e danno voce alla storia. Questo è ciò che ci ricorda Pasolini e che abbiamo voluto realizzare con la partecipazione di Carla Chiarelli che ha letto un testo di Aldo Nove e un’altro di Pasquale D’Alessio. La voce di Omero Antonutti ha ricordato Giorgio Alpi in un corto di Ferdinando Vicentini Orgnani con un testo di Marcello Fois e la musica di Paolo Fresu. Nicola Alesini con Patrizia Bovi, gli Scraps Orchestra e i Gang hanno accompagnato con la loro musica la serata che ha visto la partecipazione di molti giornalisti, amici di Ilaria e della famiglia Alpi come l’instancabile Mariangela Gritta Grainer.
Sono stati due i proiettili
Miran, c’erano pochi soldi per l’Africa
Miran, pochi per morire a Mogadiscio
C’era l’Africa, polvere cocente
Miran, a me hanno portato via le mani, le parole
A te, gli occhi, le immagini
Non si sono accontentati della vita, la nostra
Della sola vita. (da Occhi scritti di Pasquale D’Alessio)
Noi vogliamo continuare l’impegno che è stato di Giorgio e Luciana che ci ha lasciato a giugno dell’anno passato. Questo è stato il primo anniversario senza mamma Luciana. Nelle ultime settimane la stanchezza per aver lottato per 25 anni senza ottenere giustizia le aveva fatto dire davanti alle telecamere di RaiNews24 e del TG3 quel “Io ho perso” aggiungendo “aspetteranno che muoia per mettere la parola fine”. Ora che non c’è più dobbiamo noi impegnarci ancora di più affinché quella parola fine si possa dire solo davanti alla giustizia compiuta.
#NoiNonArchiviamo, questo l’impegno che rilanciamo con forza come Federazione Nazionale della Stampa, sindacato dei giornalisti Rai, Ordine dei giornalisti, Articolo21, associazione Amici di Roberto Morrione e tutti quei soggetti che hanno aderito alla campagna. Continuate a firmare.
Dentro di voi al centro e fuori e ovunque mi chiamo e parlo, quello che ho da dire è solamente tutto e per davvero, così che possa essere visto e per intero.
Vi conosco tutti, uno per uno, conosco i vostri volti, ogni dettaglio lo ricostruisco, ho un’infinita pazienza e il tempo mio si chiama “sempre” ed è adesso che si svolge e vi travolge, con grande indulgenza.
Le cose non sono mai quello che sembrano.
Ricordate, ricordatemi.
Mi chiamo Ilaria Alpi, sono morta il 20 marzo 1994. (da Io, la verità, parlo di Aldo Nove)
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