Nell’ex Fienile di Tor Bella Monaca un laboratorio di convivenza per italiani e rom

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E’ gestito dall’associazione 21 Luglio e si trova nel cuore della periferia romana. Si fanno corsi di rap e breack dance, arte urbana. C’è uno spazio baby per le mamme con figli da 0 a tre anni e un giardino in cui giocare insieme. Uno spazio aperto a tutti

 

ROMA – I murales  degli artisti Solo, Diamond e Mosa da qualche tempo hanno tolto il grigiore al comprensorio di case popolari R8, all’interno di un progetto di rigenerazione urbana chiamato “Big city life”. Poco distante, in un ex fienile abbandonato, l’Associazione 21 Luglio insieme ad altre realtà, come l’Università di Tor Vergata, ha deciso di creare uno spazio di condivisione per la cittadinanza, con corsi di formazione e spazi aggregativi per bambini e adulti, italiani e rom. Un “piccolo laboratorio di convivenza” lo chiamano i promotori,  con corsi di rap, break dance, arte urbana. C’è uno spazio baby per le mamme con figli da 0 a tre anni e un giardino in cui giocare insieme. Uno spazio aperto a tutti: ai residenti, ai figli dei migranti, ai bambini che arrivano dai campi rom, dagli insediamenti informali di via di Salone e Tor Cervara. Siamo nel cuore della periferia romana: a Tor Bella Monaca. Viste da qui le polemiche di queste giorni, da Torre Maura a Casalbruciato, sembrano molto lontane, eppure siamo solo a pochi chilometri di distanza. Eppure anche qui i problemi ci sono e sono molti, i servizi sono pressoché assenti, il lavoro manca e spesso anche la casa.

“Qui proviamo a sperimentare una cosa naturale: la convivenza. Le parole rom e periferia sembrano oggi evocare dei fantasmi, che pochi conoscono e a cui vengono attribuiti degli stigmi gratuiti e immotivati. Questo spazio, invece, è un laboratorio che aiuta a capire che l’integrazione non è solo possibile ma conviene a tutti e dà benessere, tutti stanno bene, se tutti stanno bene insieme” sottolinea Carlo Stasolla presidente dell’associazione 21 Luglio, che si occupa da anni di rom, sinti e camminanti, e che da due anni gestisce, insieme ad altre realtà, l’ex Fienile di via Mangaroni. Una struttura  inizialmente abbandonata all’interno della tenuta Vaselli, poi ristrutturato nel 2000 dal comune di Roma ma utilizzato per pochi mesi. Negli anni è stato occupato, poi con un bando fatto dall’amministrazione Tronca è stato dato in gestione alle associazioni.

“Questa non è la Tor bella monaca degli spacciatori, della violenza del degrado, che tanti si ostinano a raccontare – sottolinea Stasolla – Questo è innanzitutto uno spazio bello, dove si sta bene e dove si prova a costruire un’idea diversa della città”. All’interno del polo di sviluppo educativo e culturale Ex Fienile si sperimentano una serie di pratiche innovative. In particolare ci sono attività per i minori, rigorosamente interculturali e pensate per i bambini del quartiere, per quelli che arrivano dai campi rom, stranieri e italiani. “Facciamo corsi di break dance, rap, arte urbana – continua Stasolla – abbiamo uno spazio baby, attività per adulti con diversi laboratori e una scuola di politica. Quello che facciamo è promuovere percorsi formativi, innovativi e di qualità. Relatori ed esperti vengono qui a fare lezioni aperte alla cittadinanza, in cui tutti partecipano, si interrogano sui problemi della città e del quartiere, e sognano una prospettiva diversa”.

Coinvolte nel progetto anche diverse famiglie rom. “I bambini rom – spiega Stasolla – arrivano da diversi insediamenti, quelli della zona di Tor Cervara o di via di Salone, ma molti sono anche residenti del quartiere, perché a Tor Bella Monaca diverse famiglie rom vivono da anni in casa”. Bambini di diverse origini qui “crescono insieme, pensano insieme – spiega – e dimostrano che è possibile un’integrazione tra diversi gruppi, che è possibile farlo insieme. Ogni giorno vediamo uno spaccato diverso della periferia raccontata dai politici e dai media. Ma questo è possibile solo grazie a un percorso integrato, in cui si dialoga con le istituzioni e con la scuola. E ovviamente con le famiglie: cerchiamo di sostenere in particolare i bambini nella loro crescita”. (Eleonora Camilli)

Da redattoresociale


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