Qualche perplessità ci coglie nel concordare con Vittorio Sgarbi, solido uomo di cultura, ma altrettanto grande divulgatore della violenza in Tv. Ma il giudizio è identico: Notre Dame de Paris è una miscellanea di interventi che poco ha di veramente architettonico. Il prospetto è goffo (meno male che è incompleto), le sovrapposizioni stilistiche (sino al XX secolo) non danno assolutamente alcuna unitarietà all’insieme. Il monumento non è veramente gotico, in senso storico. Viene quasi da apprezzare i fantasiosi interventi di Viollet-Leduc che, nella “teatralità” dei restauri da lui eseguiti per edifici gotici, dava almeno un segno della volontà progettuale. Notre Dame è una cartolina che purtroppo ha preso a fuoco.
-Il valore tecnico.
Come tutti abbiamo notato l’incendio è partito dalle impalcature con i pianali in legno (!). I “gargoil” lanciavano dalla bocca getti di acqua di intensità a pari a quella pompata dai Vigili del Fuoco, in quanto, fino alla fine dell’incendio, il tetto è rimasto integro ed efficiente. Un termine tecnico definisce la quantità di materiali che possono prendere fuoco: “Carico d’incendio”. Per il motivo che se aumenta la quantità di materiali che possono prendere fuoco, più grave sarà l’incendio. Mettere tavolati infiammabili in una chiesa coi tetti in legno è come nutrire un diabetico con lo zucchero: la tragedia è certa. Se il sospetto di tale noncuranza è confermato, si tratta di un errore tecnico colossale, che in Italia non credo possa accadere.
-Il valore politico.
“Sarà più bella di prima!” (in soli 5 anni). La sciocchezza detta da Macron dimostra soprattutto la cronica anaffettività dei governanti europei. Il presidente francese quasi gongolava del disastro e non mostrava alcun dispiacere (sovviene Monti freddo accanto alla Fornero piangente). Probabilmente il disastro ha fatto risalire Macron nei sondaggi…
Certamente il “Sarà più bella di prima”, a noi italiani, fa ricordare Ettore Petrolini che sbeffeggiava Mussolini, paragonandolo a Nerone, che prometteva (alla Macron) dinanzi all’incendi di Roma. Soltanto che Nerone suonava la lira, mentre Macron ….ce le suona con l’Euro.
“Bene! Bravo” -chioserebbe Petrolini, a cui va il nostro immediato “Grazie!”
*Libera Associazione Ingegneri