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Libia. La guerra civile ha già fatto 56 morti e 266 feriti, anche tra civili e bambini

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Il premier Conte informa la Camera senza dire che farà l’Italia, e Boldrini lo redarguisce. Salvini voleva muovere guerra alla Francia per una fake news?

Di Pino Salerno

Violenti bombardamenti e colpi di arma da fuoco hanno causato 56 morti e 266 feriti negli ultimi sei giorni a Tripoli, in Libia, si legge in un comunicato dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), in cui si precisa che sono rimasti uccisi anche un autista di ambulanza e due medici. Intanto, è salito a circa 8.075 il numero degli individui sfollati per gli scontri armati intorno all’area di Tripoli, come riferisce l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in un aggiornamento di questo pomeriggio. La prosecuzione del conflitto in corso nella parte sud della capitale, infatti, ha portato all’evacuazione di altre 720 famiglie (circa 3.600 individui) il 9 e il 10 aprile, portando a 1.615 il numero totale delle famiglie sfollate dall’inizio del conflitto armato il 5 aprile (circa 8.075 individui). Nelle ultime 48 ore, sottolinea l’Oim, le zone interessate dal conflitto sono state sempre più colpite da interruzioni di elettricità, acqua e strade. La maggior parte delle famiglie sfollate vive attualmente in alloggi privati a Tripoli, Tajoura, Swani, Janzour, Msallata, Garabulli, Al Khoms, Zintan, Yefren, Al Zahra, Al Maya, Gharyan, Bani Walid e Tarhuna.

L’informativa generica del premier italiano Conte alla Camera

Il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, ha detto invece, in un’informativa urgente alla Camera dei deputati, che il numero di morti è stimato “ormai in alcune centinaia”. “Non ci sfugge che questa crisi è frutto certamente di debolezze strutturali del contesto locale ma anche di influenze esterne che non sempre sono andate nella direzione della stabilizzazione. L’instabilità protrattasi per otto anni in Libia va del resto inserita in un contesto regionale non meno critico (si pensi all’Algeria e agli sviluppi nel quadrante mediorientale)”. Inoltre, ha affermato il premier, “l’insuccesso della missione del Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres e il deterioramento sul terreno hanno imposto la dolorosa ed inevitabile decisione di rinviare la Conferenza nazionale, inizialmente programmata per il 14-16 aprile a Ghadames. Tuttavia Guterres ha confermato il suo fermo impegno a convocarla al più presto, non appena le condizioni politiche e di sicurezza lo consentiranno”.  E in tutto ciò “siamo tra i pochi paesi oggettivamente che possono interloquire in maniera credibile con tutti i principali attori della scena libica. Personalmente sono impegnato sul piano diplomatico, abbiamo rafforzato il dialogo con gli Stati Uniti, i partner europei e gli attori regionali più influenti in Libia”. Conte non si tiene poi una piccola stoccata riservata a qualche partner europei: “Non ci sfugge – dice – che questa crisi è frutto anche di influenze esterne che non sempre si sono mosse fin qui nel senso della stabilizzazione. Dobbiamo constatare che talvolta la comunità internazionale invia segnali non univoci alle forze libiche nonostante gli impegni delle Nazioni Unite”.

La replica a Conte di Laura Boldrini (LeU) alla Camera, una lunga requisitoria contro la politica sulla Libia dei gialloverdi

Quel che non è chiaro, ha affermato Laura Boldrini nel suo intervento nel dibattito alla Camera sulla Libia, “neanche dopo il suo intervento, Presidente Conte, è che ruolo intende giocare l’Italia in questo scenario; lei ci ha fatto la cronaca, io apprezzo, ma non ci ha detto nulla di più di quello che già sapevamo”. Laura Boldrini prosegue nella sua requisitoria contro Conte e il suo governo: “Di fronte a quanto sta avvenendo, risulta assurdo e anche fuori dalla realtà il rivendicare, in quest’Aula, il ruolo importante dell’Italia nel disastro libico, così come abbastanza assurdo è l’entusiasmo con il quale lei ha salutato le conclusioni della Conferenza di Palermo, dicendo testualmente, cito: ‘Lasciamo Palermo portando con noi il sentimento di fiducia per aver dato una prospettiva di stabilizzazione della Libia’. Lei, così ottimista, così diceva. E ricordo, anche lì, le parole del ministro Salvini, che, all’atto di emanare una direttiva ancora centrata sull’affidabilità della guardia costiera libica, affermava che la Libia è un Paese sicuro, aggiungendo poi del suo – una fake news -: ‘lo dice pure la Commissione europea’. Poche ore, se non pochi minuti, la Commissione europea lo smentiva, ribadendo la sua opinione diametralmente opposta e cioè che la Libia non è un porto sicuro, mi sembra abbastanza evidente che non lo sia, opinione peraltro condivisa anche dalle Agenzie delle Nazioni Unite. Quindi, il Governo italiano non ha avuto, e non ha, un ruolo influente nella situazione libica”.

Più dura e diretta la posizione della Germania di Angela Merkel nei confronti di Haftar

Assai meno diplomatica la posizione della cancelliera Merkel, rispetto al nostro governo. Il generale Khalifa Haftar, comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), “deve fermare la sua offensiva su Tripoli perché non può esservi alcuna soluzione militare ai problemi dellaLibia”. Angela Merkel lo ha detto durante un colloquio telefonico con Fayez al Sarraj, presidente del governo di accordo nazionale libico, riconosciuto dalla comunità internazionale. Il contenuto della conversazione è stato reso noto oggi dal portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert. Durante il colloquio, Merkel ha “condannato l’avanzata delle truppe del generale Haftar su Tripoli”. Il governo tedesco, ha affermato Seibert, chiede “con urgenza ad Haftar e ai suoi sostenitori di cessare immediatamente tutte le operazioni militari”.

La ciliegina sulla torta: l’attacco frontale di Salvini alla Francia, basato su una palese fake news presto smentita dall’Eliseo. Salvini avrebbe voluto muovere guerra alla “perfida” Francia? 

“Se ci fossero interessi economici dietro al caos in Libia, se la Francia avesse bloccato un’iniziativa europea per portare la Pace, se fosse vero, non starò a guardare. Anche perché le conseguenze le pagherebbero gli italiani”, ha detto a Rtl 102.5 il ministro dell’Interno Matteo Salvini, col solito piglio da “condottiero”. “Se qualcuno per business gioca a fare la guerra, con me ha trovato il ministro sbagliato”, ha aggiunto. Ha questo dubbio? gli è stato chiesto a proposito della Francia. “Stiamo approfondendo – ha riposto -, ci sono delle evidenze, purtroppo. Qualcuno ha dubbi che l’intervento contro Gheddafi di qualche anno fa animato da Sarkozy fosse un intervento umanitario e non un intervento per interessi economici e commerciali di qualche paese europeo? Non vorrei che stessimo rivedendo lo stesso film e poi a pagarne le conseguenze fossero gli italiani, solo che adesso c’è un’Italia che alza la testa, c’è un Governo che reagisce”. Quanto al fatto che ci sia stato un negoziato segreto che sarebbe avvenuto fra il Presidente del Consiglio Conte e Haftar, circostanza di cui parla oggi Repubblica, “se Conte incontra tutte le parti in causa fa il suo dovere, quindi non posso dirvi sì o no ma se lo fa fa bene a farlo”, ha detto Salvini. La polemica sollevata da Salvini nasce dalla fake news fatta circolare ad arte secondo la quale la Francia avrebbe bloccato una dichiarazione dell’Ue che esortava il generale Khalifa Haftar a interrompere l’offensiva contro Tripoli. La fake news era stata rilanciata dalla agenzia, tuttavia molto attendibile, Reuters, che fa riferimento alla bozza di documento. Nel testo si sottolineava come l’attacco lanciato contro la capitale libica stia “mettendo in pericolo la popolazione civile, interrompendo il processo politico e rischiando un’ulteriore escalation con gravi conseguenze per la Libia e l’intera regione, compresa la minaccia terroristica”. Quasi immediata la secca smentita da parte dell’Eliseo, che blocca sul nascere il tentativo di Salvini di muovere guerra contro Macron. La Francia non ha bloccato, ma solo chiesto di emendare e rafforzare la bozza di dichiarazione della Ue sulla Libia e l’offensiva militare del generale Khalifa Haftar. Come riporta la Reuters, la portavoce del ministero degli Esteri, Agnes von der Muhll, ha spiegato che Parigi voleva che venissero rafforzati tre punti del documento: lo status dei migranti, il coinvolgimento nei combattimenti in Libia di gruppi sotto sanzioni Onu per terrorismo e i modi per raggiungere una soluzione politica, appoggiata dall’Onu. Basterà quesa dichiarazione, ufficiale, al nostro ministro dell’Interno?

Da jobsnews


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