Isabella Leardini. “Una stagione d’aria”, quando la poesia dipinge l’invisibile

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Prodigioso ordito poetico quello di Isabella Leardini, che lascia all’immaginazione del lettore completare la trama. In questa concisione del pensiero, illuminato da associazioni inedite ed efficaci – Sono nata a pugni chiusi/e a pugni chiusi/rimango a fare muro alle stagioni – scopriamo sensazioni universali, espresse con una voce che restituisce vivido il profondo e l’ignoto.

Sullo sfondo della riviera romagnola, nella Pensione dal nome “Irene” suggello di un amore nato in guerra, emblema del turismo di massa e fonte di sostentamento per i familiari dell’autrice, si snodano storie di donne, corale all’affacciarsi del millennio. Si tocca la rarefazione degli anni – Chi perde il tempo di essere felice/ha l’aria di una casa stagionale/che si prepara a vivere e riempirsi. /Tutta la fronte chiusa dentro un lampo/che non si compie mai nel temporale -.

Il racconto di un’Italia balneare – Quando il buio viene uguale, senza scosse/la vacanza è un gioco breve di abbandoni/non uno stato, una stagione d’aria. – appare come sospensione dalla fatica della realtà, dove la precarietà per la generazione degli anni ’80 e ‘90 non è una “stagione d’aria” ma una condizione a tempo indeterminato. Il senso dell’incertezza universale, sentimentale e lavorativa, è reso dalla Leardini con una figura che dà i brividi – Ho fatto come i gatti disperati/che graffiano e spariscono nel buio/fino al giorno in cui si scelgono un giardino/il passo da cui farsi avvicinare. /Sono quest’animale abbandonato/che cerca come cieco di accasarsi/proprio nel posto in cui non deve stare. –

In “Una stagione d’aria” la flora, la fauna, gli elementi naturali, illuminano i nostri stati d’anino e danno  l’idea di un’umanità inserita in un flusso universale, palesando un’oggettività invisibile.  Questa raccolta, edita da Donzelli, è un’opera matura che ha richiesto a Isabella Leardini dieci anni di lavoro.  L’autrice dipinge, in particolare, l’inconscio femminile della generazione cui appartiene, ma il suo canto poetico parla a uomini e donne, di questo nostro tempo e non solo.

Nata a Rimini nel 1978. Scoperta e sostenuta all’età di vent’anni da Maria Luisa Spaziani, Franco Loi, Sergio Zavoli, Isabella Leardini ha vinto la sezione inediti del Premio Montale con i testi in seguito pubblicati nel libro La coinquilina scalza, uscito nella collana «Niebo» curata da Milo De Angelis (La Vita Felice, 2004), tradotto poi in Spagna (Ediciones de la Isla de Siltolá, 2017) con la cura di Juan Carlos Reche. Diverse sono le antologie, in Italia e all’estero, in cui compaiono sue poesie, tra cui Les Poètes de la Méditerranée (Gallimard, 2010) e Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). Direttrice artistica del festival Parco Poesia, con l’artista Giovanni Turria cura le collezioni di poesia e grafica d’arte Print & Poetry. Si occupa di laboratori di scrittura poetica dedicati agli adolescenti. Nel libro “Domare il drago”, edito da Mondadori, racconta la sua esperienza pedagogica e la potenza catartica della poesia.

 

Isabella Leardini

Una stagione d’aria

Donzelli editore

Poesia, n. 65

Anno 2017

Pp. 88 euro 13.000

e-book euro 8,99

 


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