E’ stata presentata oggi l’indagine realizzata dalla Commissione Pari opportunità della Fnsi. Secondo il report l’85% delle giornaliste ha subito molestie sessuali.
Ed è solo uno dei dati emersi dal lavoro condotto in collaborazione con Casagit, Inpgi, Usigrai, Ordine dei giornalisti e Agcom e con la consulenza della statistica Linda Laura Sabatini.
I risultati sono stati illustrati nella sede del sindacato dalla presidente uscente Alessandra Mancuso e dalla neoeletta presidente della CPO, Mimma Caligaris. Su 2775 questionari inviati, sulla base dell’indirizzario Medias, a giornaliste dipendenti dei media (esclusi i periodici), hanno risposto 1132 pari al 42% del totale. La rilevazione è stata condotta da Kairos Ricerche. Battute verbali e sguardi che provocano disagio è la forma di molestia più diffusa: l’80,7% nel corso della vita; il 59,3% negli ultimi 5 anni e il 38,3% negli ultimi 12 mesi. Si tratta di battute e commenti a sfondo sessuale, sguardi inopportuni o lascivi, domande inopportune e invadenti sulla vita privata o sull’aspetto fisico che provocano disagio, infastidiscono, offendono. Il 43,6% dichiara di avere ricevuto insulti e offese in quanto donna e il 41,6% di essersi sentita svalutata nel lavoro in quanto donna.Desta preoccupazione, in particolare, il dato sui ricatti sessuali sul lavoro. Il 19,3% dichiara di essere stata sottoposta a richieste di prestazioni sessuali mentre cercava lavoro (2,4% negli ultimi 5 anni; 0,9% nell’ultimo anno) e il 13,8% per progredire nella carriera (2,7% negli ultimi 5 anni; 0,9% nell’ultimo anno).Rilevante anche il dato sulle molestie fisiche e sessuali. Il 34,9% afferma di averle subite (13,7% negli ultimi 5 anni; il 5,9% nell’ultimo anno): sono state abbracciate, baciate, toccate, o messe alle strette contro la loro volontà in modo che ha provocato disagio.La gamma delle molestie sessuali subite è ampia: inviti a uscire insistenti (33,8%), avances ripetute e inopportune anche per email, social network, sms (18,2%), invio di immagini o regali con esplicito riferimento sessuale (11,9%), essere seguite o controllate (11,2%), telefonate oscene e messaggi lasciati in segreteria telefonica (9,2%), gesti osceni o esibizione di parti del corpo (6%), commenti sessuali per email, social network o sms (19,6%).E ci sono anche minacce: di condividere (o ha condiviso) video o immagini intime e private contro la volontà dell’interessata (1,4%), di violenza sessuale (1,9%) o di altro tipo di violenza (11,7%). Fino alla tentata violenza sessuale (l’8%) e alla violenza sessuale (2,9%) mentre si cercava lavoro o si svolgeva l’attività lavorativa.Nel 16,7% dei casi le molestie subite si riferiscono allo stesso autore mentre nell’83,3% ad autori e situazioni diverse.Le molestie sono state subite nell’89,5% dei casi mentre si lavorava: per il 72,3% come dipendente a tempo indeterminato.Quanto alla durata, si è trattato di un singolo episodio nel 46% delle molestie subite negli ultimi 12 mesi, mentre nell’8,8% dei casi si è protratta oltre un anno e nel 13,4% dei casi due anni o più.Più del 50% avviene entro i 35 anni ma le molestie colpiscono ad ogni età: la fascia di età più esposta, è tra i 27 e i 30 anni (21,1%).Un altro dato che fa riflettere è il luogo in cui sono avvenute: per lo più nelle redazioni. Il fatto che il 35% dichiara di averle subite in mezzo ad altri colleghi, indica che c’è un clima diffuso di ‘accettazione’ o scarsa consapevolezza della gravità delle molestie, siano anche solo battute che mettono a disagio chi ne è oggetto. Nel 22,7% dei casi avviene in redazione ma in una stanza chiusa mentre il 26% all’esterno.Nel 98,6% dei casi a molestare è l’uomo, mentre è una donna nell’1,4% dei casi. Si tratta per lo più di superiori diretti (26,9%), colleghi con maggiore anzianità (16,7%), direttori e vicedirettori (14,8%), superiori non diretti (11,3%), contatti di lavoro esterni alla redazione (10,3%), colleghi parigrado (6,8%). Quasi la metà ha più di 46 anni.Nel 68,8% dei casi nessuno ha assistito alla molestie. Nel restante 31,2% le molestie si sono svolte di fronte a testimoni: da 1 persona (9,7%) a 10 persone (6,6%). E si trattava di colleghi pari grado nel 47,2% dei casi, colleghi con maggiore anzianità nel 32,3%.In ogni caso solo nel 18,4% dei casi qualcuno è intervenuto o ha cercato di intervenire: dunque si registra una qualche forma di reazione anche se resta minoritaria, forse perché il clima non lo consente? Nell’81,6% dei casi nessuno ha reagito.E purtroppo le molestie subite sono state percepite come molto o abbastanza gravi nel 77% dei casi.E’ importante notare come nel 60,1% dei casi chi ha subito molestie sessuali ne abbia parlato con qualcuno: un collega (41%), amici (29,1%), in famiglia (17,2%), con un superiore (8,5%) e solo il 3,2% si è rivolta al sindacato, percentuale che se riferita agli ultimi 12 mesi raddoppia (6%): ancora troppo bassa ma indicativa forse di un maggior impegno e attenzione nel sindacato dopo il fenomeno ‘metoo’.Infine, le denunce. Solo il 2,2% afferma di avere presentato denuncia.Il 97,8% non lo ha fatto. Percentuale che aumenta al 3,7% se si considerano gli ultimi 12 mesi, E non si denuncia per varie ragioni: nel 42,8% dei casi perché il fatto non era abbastanza grave o successo una sola volta, percezione di perdere tempo inutilmente (22,2%), per avere risolto il problema da sola o con un familiare (13,3%), per paura di essere giudicata, non creduta, trattata male (10,7%) e così via. Quanto a eventuali provvedimenti presi nei confronti dell’autore, la risposta è negativa per il 90,6%, non so per il 7,2% e affermativa solo per il 2,2% delle intervistate.L’indagine fornisce anche un’indicazione sui comportamenti seriali di chi molesta: il 22,6% delle intervistate afferma che l’autore ha molestato anche altre donne, a fronte di un 71,2% che non lo sa.Un altro indicatore di quanto siano purtroppo diffuse le molestie nelle redazioni, risulta dalle risposte alla domanda se altre colleghe le abbiano subite sul luogo di lavoro: nel 44,1% dei casi è affermativa. Informazione acquisita direttamente dall’interessata (61,2%), da voci che circolano (31%) o per testimonianza diretta (7,8%).L’ultimo focus dell’indagine è sulle conseguenze dell’episodio di molestie subito: per lo più nessun esito (50,7%), si continua a lavorare (21,8%), si viene penalizzate sul lavoro (15,6%), si cambia lavoro, si rinuncia alla carriera e così via.
Di seguito il report completo della Cpo.
La realtà delle molestie sessuali subite dalle giornaliste è pervasiva: è quanto emerge dalla prima indagine sperimentale condotta in Italia per illuminare un fenomeno che resta in gran parte sommerso. Una rilevazione che rappresenta un primo passo verso approfondimenti e monitoraggi successivi che ha dato voce a più di 1000 giornaliste che hanno risposto via web.
L”85% delle intervistate dichiara di averle subite, in una qualche forma, nel corso della vita lavorativa nell’ambito dei media; il 66,3% afferma di averle subite negli ultimi cinque anni, mentre il dato sulle molestie subite negli ultimi 12 mesi, il 42,2%, indica che quella delle molestie è una realtà del quotidiano delle giornaliste nell’esercizio della professione.
L’indagine, effettuata con questionari anonimi, è stata promossa dalla Fnsi tramite la sua Commissione pari opportunità, con la consulenza scientifica della statistica Linda Laura Sabbadini. L’iniziativa è stata avviata in collaborazione con Casagit, Inpgi, Usigrai e ha i patrocini dell’Ordine dei Giornalisti e di Agcom. Su 2775 questionari inviati, sulla base dell’indirizzario Medias, a giornaliste dipendenti dei media (esclusi i periodici), hanno risposto 1132 pari al 42% del totale. La rilevazione è stata condotta da Kairos Ricerche. I risultati sono orientativi, vanno presi con cautela, identificano una situazione di forte disagio tra le donne
Tipologia delle molestie. Battute verbali e sguardi che provocano disagio è la forma di molestia più diffusa: l’80,7% nel corso della vita; il 59,3% negli ultimi 5 anni e il 38,3% negli ultimi 12 mesi.
Si tratta di battute e commenti a sfondo sessuale, sguardi inopportuni o lascivi, domande inopportune e invadenti sulla vita privata o sull’aspetto fisico che provocano disagio, infastidiscono, offendono. Il 43,6% dichiara di avere ricevuto insulti e offese in quanto donna e il 41,6% di essersi sentita svalutata nel lavoro in quanto donna.
Desta preoccupazione, in particolare, il dato sui ricatti sessuali sul lavoro. Il 19,3% dichiara di essere stata sottoposta a richieste di prestazioni sessuali mentre cercava lavoro (2,4% negli ultimi 5 anni; 0,9% nell’ultimo anno) e il 13,8% per progredire nella carriera (2,7% negli ultimi 5 anni; 0,9% nell’ultimo anno).
Rilevante anche il dato sulle molestie fisiche e sessuali. Il 34,9% afferma di averle subite (13,7% negli ultimi 5 anni; il 5,9% nell’ultimo anno): sono state abbracciate, baciate, toccate, o messe alle strette contro la loro volontà in modo che ha provocato disagio.
La gamma delle molestie sessuali subite è ampia: inviti a uscire insistenti (33,8%), avances ripetute e inopportune anche per email, social network, sms (18,2%), invio di immagini o regali con esplicito riferimento sessuale (11,9%), essere seguite o controllate (11,2%), telefonate oscene e messaggi lasciati in segreteria telefonica (9,2%), gesti osceni o esibizione di parti del corpo (6%), commenti sessuali per email, social network o sms (19,6%).
E ci sono anche minacce: di condividere (o ha condiviso) video o immagini intime e private contro la volontà dell’interessata (1,4%), di violenza sessuale (1,9%) o di altro tipo di violenza (11,7%). Fino alla tentata violenza sessuale (l’8%) e alla violenza sessuale (2,9%) mentre si cercava lavoro o si svolgeva l’attività lavorativa.
Nel 16,7% dei casi le molestie subite si riferiscono allo stesso autore mentre nell’83,3% ad autori e situazioni diverse.
Le molestie sono state subite nell’89,5% dei casi mentre si lavorava: per il 72,3% come dipendente a tempo indeterminato.
Quanto alla durata, si è trattato di un singolo episodio nel 46% delle molestie subite negli ultimi 12 mesi, mentre nell’8,8% dei casi si è protratta oltre un anno e nel 13,4% dei casi due anni o più.
Più del 50% avviene entro i 35 anni ma le molestie colpiscono ad ogni età: la fascia di età più esposta, è tra i 27 e i 30 anni (21,1%).
Un altro dato che fa riflettere è il luogo in cui sono avvenute: per lo più nelle redazioni. Il fatto che IL 35% dichiara di averle subite in mezzo ad altri colleghi, indica che c’è un clima diffuso di “accettazione” o scarsa consapevolezza della gravità delle molestie, siano anche solo battute che mettono a disagio chi ne è oggetto. Nel 22,7% dei casi avviene in redazione ma in una stanza chiusa mentre il 26% all’esterno.
Autori delle molestie. Nel 98,6% dei casi a molestare è l’uomo, mentre è una donna nell’1,4% dei casi. Si tratta per lo più di superiori diretti (26,9%), colleghi con maggiore anzianità (16,7%), direttori e vicedirettori (14,8%), superiori non diretti (11,3%), contatti di lavoro esterni alla redazione (10,3%), colleghi parigrado (6,8%). Quasi la metà ha più di 46 anni.
Nel 68,8% dei casi nessuno ha assistito alla molestie. Nel restante 31,2% le molestie si sono svolte di fronte a testimoni: da 1 persona (9,7%) a 10 persone (6,6%). E si trattava di colleghi pari grado nel 47,2% dei casi, colleghi con maggiore anzianità nel 32,3%.
In ogni caso solo nel 18,4% dei casi qualcuno è intervenuto o ha cercato di intervenire: dunque si registra una qualche forma di reazione anche se resta minoritaria, forse perché il clima non lo consente? Nell’81,6% dei casi nessuno ha reagito.
E purtroppo le molestie subite sono state percepite come molto o abbastanza gravi nel 77% dei casi.
E’ importante notare come nel 60,1% dei casi chi ha subito molestie sessuali ne abbia parlato con qualcuno: un collega (41%), amici (29,1%), in famiglia (17,2%), con un superiore (8,5%) e solo il 3,2% si è rivolta al sindacato, percentuale che se riferita agli ultimi 12 mesi raddoppia (6%): ancora troppo bassa ma indicativa forse di un maggior impegno e attenzione nel sindacato dopo il fenomeno “metoo”.
Infine, le denunce. Solo il 2,2% afferma di avere presentato denuncia. Il 97,8% non lo ha fatto. Percentuale che aumenta al 3,7% se si considerano gli ultimi 12 mesi, E non si denuncia per varie ragioni: nel 42,8% dei casi perché il fatto non era abbastanza grave o successo una sola volta, percezione di perdere tempo inutilmente (22,2%), per avere risolto il problema da sola o con un familiare (13,3%), per paura di essere giudicata, non creduta, trattata male (10,7%) e così via.
Quanto a eventuali provvedimenti presi nei confronti dell’autore, la risposta è negativa per il 90,6%, non so per il 7,2% e affermativa solo per il 2,2% delle intervistate.
L’indagine fornisce anche un’indicazione sui comportamenti seriali di chi molesta: il 22,6% delle intervistate afferma che l’autore ha molestato anche altre donne, a fronte di un 71,2% che non lo sa.
Un altro indicatore di quanto siano purtroppo diffuse le molestie nelle redazioni, risulta dalle risposte alla domanda se altre colleghe le abbiano subite sul luogo di lavoro: nel 44,1% dei casi è affermativa. Informazione acquisita direttamente dall’interessata (61,2%), da voci che circolano (31%) o per testimonianza diretta (7,8%).
L’ultimo focus dell’indagine è sulle conseguenze dell’episodio di molestie subito: per lo più nessun esito (50,7%), si continua a lavorare (21,8%), si viene penalizzate sul lavoro (15,6%), si cambia lavoro, si rinuncia alla carriera e così via.
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