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“Illuminare le periferie” al Festival dei Diritti Umani

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A poco più di un anno dall’uscita del primo rapporto “Illuminare le periferie” sono diverse le novità nel racconto degli esteri sui tg italiani. 

Innanzitutto si rileva una contrazione nel 2018 della pagina complessiva degli esteri che, con il 19% di attenzione, torna ai valori del triennio 2012-2014 ma al tempo stesso aumenta la “voce” delle persone comuni e della società civile, soprattutto negli spazi di approfondimento. 

I criteri che guidano la scelta delle notizie nei telegiornali di prima serata sembrano rimanere costanti: la prossimità, il coinvolgimento di occidentali e in particolare di connazionali, la presenza di testimonial, l’eccezionalità degli eventi che coinvolgono persone normali, e la normalità degli eventi che coinvolgono personalità eccezionali. Queste scelte si accompagnano alla persistenza di “periferie oscurate”, con delle aree e dei temi poco o per nulla illuminati. Infatti, in linea con le rilevazioni degli anni precedenti, le periferie occupano poco meno dell’1% dell’agenda degli esteri. 

I temi considerati “periferici” dall’informazione televisiva italiana, ma centrali per una comprensione minima della realtà politica, economica e sociale sempre più globalizzata, esistono” nell’informazione di prima serata con un andamento a onde, solo al verificarsi di eventi specifici che li strappano dall’ombra e dal silenzio per renderli momentaneamente attuali sui nostri schermi. 

Nonostante la permanenza di conflitti in diverse aree del mondo, ad esempio la visibilità dei racconti di guerre e conflitti, nel corso del 2018, appare ridotta: il 4% di attenzione, il dato più basso in 7 anni di rilevazione. 

Così come l’aumento significativo di notizie sul fenomeno migratorio, che raggiunge quota 10%,  si concentra sulle questioni dei porti, del Mediterraneo e della gestione delle frontiere, indagando ancora troppo poco o in spazi e orari da “confino”,  proprio sulle situazioni di conflitto e sulle condizioni socio economiche dei paesi di origine  

Eppure quando notiziari e programmi di informazione accedono i riflettori sulle periferie, i resoconti sono di buon livello: la presenza di giornalisti e testimoni è spesso legata a servizi di inchiesta, le interviste a esperti è funzionale a spiegare fenomeni e realtà lontane, il confronto fra politici o rappresentanti della società civile serve a presentare i diversi punti di vista su questioni controverse. 

Il secondo rapporto “Illuminare le Periferie”, ideato e voluto fortemente dalla ong COSPE, dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e da Usigrai e realizzato dall’Osservatorio di Pavia, che quest’anno ha anche il Patrocinio dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, intende fornire un contributo di riflessione al mondo del giornalismo italiano. Come scrivevano il presidente e il segretario della FNSI “uno strumento per un’analisi critica, ma, anche e soprattutto per fornire stimoli all’azione e per arricchire la dimensione etica e professionale di ogni giornalista”

L’occasione per conoscere i risultati principali del rapporto e discuterne con ospiti di rilievo internazionale sarà il Festival dei Diritti Umani, che si svolgerà dal 2 all’11 maggio partendo da Milano per poi spostarsi a Bologna, Firenze e Roma. 

Di guerre e di pace si discuterà in questa edizione del Festival e con il rapporto Illuminare le Periferie capiremo come questi temi e luoghi dei conflitti vengono raccontati dall’informazione televisiva. Appuntamento a Milano il 4 maggio alle 18,30 alla Triennale e l’11 maggio al Maxxi a Roma alle ore 11. Tra gli ospiti, oltre i curatori e promotori del rapporto,  Andrea Fioravanti di Europhonica, Piergaetano Marchetti della Fondazione Corriere della Sera, Angela Terzani Staude del Premio Terzani, Giuseppina Paterniti direttrice del Tg3 e un rappresentante dell’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo. 


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