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“Il Salento è cosa nostra, non di cosa nostra”. 1 maggio a Parabita (Le)

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Marco Cataldo ritira la sua candidatura a sindaco del comune di Parabita, in provincia di Lecce. Comune commissariato per mafia, terra dal triste primato.  La decisione di Cataldo e del suo gruppo arriva dopo le gravi minacce intimidatorie all’indirizzo suo e dei commissari. Minacce a sfondo mafioso, manifesti funebri, scritte chiare e inequivocabili, non sciocchezze. “Manca la serenità”, ha detto.

Non entriamo nel merito delle decisioni del candidato, personali. Ma questa brutta storia non è affare di Parabita, non è un problema di Marco Cataldo. È un problema nostro, di ognuno di noi nessuno escluso.

La mafia, la quarta mafia come è stata ribattezzata, ci sta togliendo tutto. La serenità, la libertà, l’economia migliore, la casa. Perché i Municipi sono la casa di tutti i cittadini. La mafia spara e ammazza poco, in Salento. Ha cambiato stile, forma, tattica. Indossa la grisaglia, appende una laurea al muro, pone nel cassetto le calibro 7.65 e imbraccia i carnet di assegni, per raggiungere le stanze dei bottoni: banche, Comuni, imprese, cda.

La quarta mafia tocca il vivere democratico, la libertà di espressione in ogni sua forma. È silente, subdola, come un cancro. E come il cancro ammazza. Quando ci si accorge della sua presenza è spesso troppo tardi, le metastasi hanno invaso tutto. 

Ma l’antidoto siamo noi, dobbiamo essere noi. Al di là di ogni steccato. Accanto alle istituzioni, accanto a chi vive le minacce sulla sua pelle, perché il Salento non è solo questo ed è ora di gridarlo a gran voce, nelle piazze vere oltre quelle virtuali della rete.

E lo faremo nel giorno simbolo del lavoro onesto, della fatica e della dignità: l’1 maggio alle 11.

E lo faremo a Parabita, da cui deve partire un messaggio chiaro e inequivocabile che raggiunga gli altri comuni e l’intera comunità salentina.

E lo faremo dal Municipio, la casa di tutti i cittadini.

Il nostro appello dal basso è rivolto alle istituzioni, alla procura, alle forze dell’ordine, all’ufficio territoriale di governo, che tanto hanno fatto e continuano a fare per estirpare la malapianta della criminalità in questa terra.

Ed è rivolto alla gente comune, a chiunque senta addosso la minaccia asfissiante di questa mala vigliacca, che si nasconde nei Palazzi e manda in giro i suoi manovali a recapitare e confezionare minacce.

Noi ci mettiamo la faccia.

Lecce, 27 aprile 2019

PRIMI FIRMATARI:

GIUSEPPE FORNARI, avvocato coordinatore di Civica-Lecce

NICO BARLETTI, architetto coordinatore di Civica-Lecce

FABIANA PACELLA, giornalista minacciata dalla mafia

DONATO METALLO, sindaco di Racale (Le)

ROSANNA SARACINO, avvocato candidata sindaco di Mesagne (Br)

BEPPE GIULIETTI, presidente nazionale della Federazione della Stampa Italiana

TERESA BELLANOVA, senatrice

CARLO SALVEMINI,  sindaco uscente di Lecce

ALESSANDRO DELLI NOCI, ingegnere vicesindaco uscente di Lecce

ANTONIO ROTUNDO, già deputato

GIANFRANCO GALLUCCIO, rappresentante sindacale Cisl Regione Puglia

DARIO STEFANO, senatore vicepresidente gruppo PD al Senato

ANNA CAPUTO, presidente ARCI Lecce

STEFANO MINERVA, presidente provincia di Lecce

MARCELLO ROLLI, sindaco di Leverano (Le)

VINCENZO FISCHETTI, presidente associazione Humanfirst

CLAUDIO PALADINI, sindaco di Veglie (Le)

Potrete aderire all’appello firmando la petizione anche su change.org : http://chng.it/HkpNgFS5rP

O inviare una mail per info e comunicazioni a:  1maggiocontrolamafia@gmail.com


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