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Greta Thunberg con i ragazzi di Roma a parlar di futuro

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Che bella Greta, la faccina paffuta dei suoi sedici anni con dentro lo sguardo severo che ci giudica. Sì, giudica noi, gli adulti che stanno avvelenando il pianeta e che odiano sentirsi dire la verità come succede a tutti i veri colpevoli. Ha riempito piazza del Popolo di coetanei, liceali e bambini delle medie, nel solco di un fenomeno che dura da mesi ed è inarrestabile e costringe a guardare i numeri dell’inquinamento, a cercare di comprendere che bisogna correre ai ripari. “Grazie Roma, grazie Italia, vi amo tutti”, ha detti dal palco alimentato a pedali, dalle biciclette di volontari. Energia pulita in una manifestazione a impatto zero e anche questo è un messaggio preciso. Greta Thunberg arriva nella piazza delle grandi manifestazioni davanti ad un corteo di adolescenti che di lì a poco cominceranno a parlare dei loro problemi e di come li vivono; duro il loro giudizio sulle infrastrutture che possono peggiorare il clima. E sono concreti questi ragazzini, fanno selfie certo, portano striscioni ovviamente (ce ne è anche uno contro il titolo del quotidiano Libero), hanno cori da proporre ma di assai diverso dal solito hanno la voglia di cambiare e di essere protagonisti. Erano in venticinquemila ad ascoltare Greta secondo gli organizzatori (3500 per la Questura) e i ragazzi Fridays for Future di Roma già possono dire che è stato un successo, come previsto.
“Siamo noi, i ragazzi, ora a muoverci e a chiedere azioni concrete. E lo facciamo perché finora non lo ha fatto nessuno. Lo facciamo anche perché, quando saremo vecchi, ci guarderemo indietro e diremo che abbiamo fatto tutto quello che potevamo” ha detto Greta in una Roma di primavera dove si respira aria di cambiamento.


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