Il 2 aprile il giornalista investigativo malgascio Fernand Avimana, più noto come Fernand Cello, è stato finalmente prosciolto da ogni accusa dalla corte d’appello della città di Fianarantsoa.
Arrestato il 5 maggio 2017 nella capitale Antananarivo, Cello era stato inizialmente accusato di diffamazione, minaccia alla sicurezza dello stato, istigazione all’odio e furto di un libretto di assegni.
Il tutto a causa delle sue inchieste per Radio Jupiter sulle complicità governative nelle estrazioni illegali di zaffiro nella zona di Ilakaka, nel sudovest del Madagascar. Il ministero delle Miniere era intervenuto per porre termine a queste operazioni ma pochi giorni dopo la radio era stata razziata dalle forze armate.
Cadute tutte le accuse salvo quella relativa al libretto di assegni, il 26 settembre 2017 Cello era stato condannato a due anni di carcere con sospensione della pena e al pagamento di una multa.
Poi, a quasi due anni dall’arresto, la sentenza di assoluzione. Una sentenza di enorme importanza in un paese in cui i giornalisti ricorrono spesso all’auto-censura per evitare conseguenze penali.
Il Codice sui reati informatici e il Codice sulle comunicazioni prevedono infatti multe e carcere per gli operatori dell’informazione giudicati colpevoli di diffamazione, disprezzo od offesa nello svolgimento del loro lavoro.
Le organizzazioni per i diritti umani chiedono che i due codici vengano modificati.