Anche un tweet può diventare una lunga storia con il respiro ampio e sincopato della vita. E’ quello che accade in Flavours of Iraq, un piccolo capolavoro del disegnatore d’animazione Leonard Cohen costruito intorno ai tweet con cui Feurat Alani, giornalista francese di origini irachene, raccontava il suo Paese d’origine, dando corpo anche con i ricordi d’infanzia al suo presente di corrispondente da Baghdad, a partire dal primo incarico nel 2006. Circa 1.500 i tweet che Alani ha inviato dall’Iraq in guerra al mondo, e venti gli episodi che ora compongono la serie, presentata in anteprima al Festival cinematografico Middle East Now di Firenze (https://middleastnow.it/festival-2019/), che ospita anche una mostra dei disegni di Cohen. Sapori e odori dell’Iraq, dunque, che rimandano alla cultura e alla vita pulsante del suo popolo – e non solo al terrore, alle ferite e alle tragedia della guerra che siamo abituati da decenni ad associare a quel Paese. Un po’ come fa anche Abdul Munim Altai nel suo libro “La straordinaria storia di cinque uomini che vissero in Iraq” (Schena Editore) romanzo che abbraccia il lungo periodo che va dalla rivoluzione popolare irachena del 1920 alla Guerra del Golfo del 1992.
Ma nella serie di corti di animazione che compone Flavours of Iraq, il sapore del gelato all’albicocca – pur gustato durante il regime di Saddam, di cui il padre dell’autore Alani è stato un oppositore e un prigioniero politico, prima di scegliere l’esilio a Parigi- diventa ben presto il rumore della guerra, degli attentati e del caos che seguono l’occupazione americana, degli scontri settari tra sciiti e sunniti, della nascita dell’Isis.
Prodotto da Nova Production e Arte (sul cui sito si possono vedere i singoli episodi, https://www.arte.tv/fr/videos/RC-016527/le-parfum-d-irak/), Flavours of Iraq diventerà presto anche un lungometraggio, ha annunciato lo stesso Cohen in un incontro con il pubblico del festival. Miracoli della lunga durata che possono nascere anche da un tweet.