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Ddl diffamazione. I paletti di Conte agli Stati Generali

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Fra le tanti questioni sul tappeto, il presidente del Consiglio si è soffermato in particolare su questa, sottolineando che bisogna procedere con cautela

Inaugurando gli Stati generali dell’editoria, lunedì 25 marzo 2019, il presidente del consiglio Giuseppe Conte si è mostrato ottimista sulla possibilità di conseguire buoni risultati in tutti i campi e su tutte le questioni oggetto dell’ampia consultazione che ha avviato insieme al sottosegretario Vito Crimi.

Siamo di fronte a una crisi di settore molto grave che, ha detto il senatore Crimi, nel tempo si è aggravata e ormai può essere risolta soltanto con un grande sforzo che richiede l’impegno comune di tutte le parti in causa. Non importa in questa fase stabilire chi ha sbagliato e in che cosa, chi avrebbe potuto fare meglio e di più, ha aggiunto. Non vogliamo guardare al passato, ma pensare al futuro. In questo spirito, anche il presidente del Consiglio si è astenuto dal mettere in evidenza colpe e responsabilità, dal sottolineare le particolari difficoltà da superare su ciascuna delle questioni sul tappeto. Lo ha fatto soltanto a proposito della tanto attesa riforma della diffamazione a mezzo stampa, elencando gli interessi in gioco e i diritti da bilanciare, quasi mettendo le mani avanti

“Molteplici saranno – ha detto Giuseppe Conte – le aree interessate da questa riflessione complessiva sull’informazione e l’ editoria: dalla tutela delle fonti all’equo compenso, al tema delle querele pretestuose. Riguardo a quest’ ultimo punto vi dico subito che siamo tutti coscienti del fatto che sono comunque in contrapposizione degli interessi in gioco di pari rango costituzionale. Perché è chiaro che siamo ben avvertiti, come governo, che delle volte ci sono delle iniziative giudiziarie veramente pretestuose, strumentali, che quindi rischiano – come dire – di creare un atteggiamento di soggezione, di creare difficoltà oggettive. Ma nello stesso tempo il bilanciamento dei valori ci impone di procedere con cautela. Perché è vero che esiste l’ articolo 21 (della Costituzione, ndr), la libertà di informare. Ma , ovviamente, esiste anche la tutela di diritti fondamentali della persona: onore, reputazione, identità personale, riservatezza e quant’altro. Siete tutte persone serie, tutti addetti ai lavori, e sapete che il problema esiste”.

Ben detto, presidente Conte. Nulla da eccepire, sul piano dei principi e anche sulla scelta di procedere con cautela. Ma purché si proceda, cioè si avanzi, nella direzione giusta, sia pure un passo alla volta. Ormai da decenni, all’inizio di ogni legislatura, vengono sbandierate allettanti proposte di legge su questa materia, proposte che strada facendo vengono infarcite con norme indecenti che le rendono impraticabili e perciò si inabissano come fiumi carsici e non producono mai niente. Speriamo che stavolta sia diverso.

ASP

Ascolta da Radio Radicale gli interventi agli Stati Generali

Da ossigenoinformazione


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