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Brucia Notre-Dame, la nostra casa comune per credenti e laici

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Notre-Dame arde tra le fiamme ingorde che cercano di distruggere anche la storia millenaria di un continente. E forse non basteranno le lacrime del mondo intero, così come non sono stati sufficienti i getti d’acqua dei pompieri, a spegnere questo maledetto incendio.
Con Notre-Dame brucia l’Europa atterrita, inerme e incapace di fermare una declino culturale, artistico, che si alimenta nelle fiamme degli egoismi nazionalisti, dell’iconoclastia di qualsiasi simbolo che nei secoli ha unificato popoli diversi, accomunati dalla fede religiosa e dalla speranza laica di sentirsi un’unica entità.
Notre-Dame comunque risorgerà fra chissà quanti anni per l’ennesima volta, come un’araba fenice che si rinnova nella sofferenza acuta e tragica, perché è lei stessa simbolo della vita, della palingenesi storica.
Come tutte le cattedrali gotiche che fioriscono in Francia, in Belgio e nel resto del Nord Europa, Notre-Dame è un luogo dove si possono raccogliere l’anima e il corpo per volare verso il cielo; come si fosse dentro un’astronave dalle forme a guglie, con gli oblò-finestroni così allungati da filtrare la luce solare, mentre vetrate a piombo multicolori inneggiano a storie evangeliche e secolari.
Il silenzio dei passi, le voci allungate, l’assenza di cromatismi tra le colonne e le pareti, ogni tanto qualche rispettoso coro accompagnato dallo ieratico suono dell’organo: così il tempo terreno si sospende come si fosse in assenza di gravità. E qui dentro ognuno di noi può avvicinarsi al proprio Dio.
Questo anche era lo scopo dei “costruttori di cattedrali”, i veri, autentici “fratelli muratori” che si passavano di padre in figlio i segreti degli archi acuti, dell’Arco Reale, che spesso morivano sui cantieri, tramandando alle generazioni seguenti il compito di terminare l’opera e di chiudere la “fabbrica di Dio”.
Parigi e la Francia da troppo tempo subiscono tragedie, violenze dovute al fanatismo religioso islamico, al razzismo antisemita; ma anche a causa di incurie e di scarsa accortezza nel tutelare proprio quelle icone storiche che sono state costruite nei secoli, sia abitazioni civili sia religiose, come le affascinanti chiese gotiche. Il legno delle foreste, invecchiato e tarlato è facile preda di incendi colposi o dolosi. Notre-Dame, purtroppo è un ennesima punta di questa corona di spine.
Il popolo parigino, i turisti di tutto il mondo e di qualsiasi religione si sono subito accalcati nelle vicinanze del rogo, alcuni anche cantando inni religiosi, altri in preghiera, altri ancora attoniti e silenziosi: una moderna Via Crucis proprio nella Settimana santa della Passione! In attesa di una Pasqua della Resurrezione che verrà, ma dopo tanto, troppo tempo per molti, quando la cattedrale ritornerà ai suoi splendori.
Il trionfo dello spirito di solidarietà e di comunanza del mondo intero ha sempre contraddistinto la Francia nei momenti più dolorosi dei suoi drammi: da Charlie Hebdo e al Bataclan di Parigi, alla Promenade des Anglais di Nizza, al Mercato di Natale di Strasburgo. Centinaia di morti, milioni di persone per le strade a testimoniare che l’odio non passerà. Ecco allora che ci sentivamo, cristiani, islamici, ebrei, atei, agnostici “tutti Charlie”!
Così ora per tutti noi “Notre-Dame è la casa comune”!
Una grande casa sull’isola al centro della “Città delle luci”, sospesa tra due rami di un fiume che scorre sonnolento anche quando è in piena, attorniata da giardini attrezzati per i pellegrini stanchi e per i bambini che ancora non conoscono i meandri della fede, ma iniziano a respirare arte e cultura, storia e immensità delle forme.
Notre-Dame non è solo una chiesa cattolica, è un simbolo concreto, forte come le pietre ocra con cui fu costruita, di un’Europa che accoglie chiunque venga da ogni parte del mondo, senza distinzioni di colore della pelle né di religione. E’ come il nostro Colosseo, che pare addormentato tra le rovine di un Foro romano, quasi scorbutico e sornione, simbolo di un impero antico: un monumento che tutte le genti del mondo sentono come se appartenesse a loro da sempre.
La Notre-Dame che conosciamo è anche un luogo vivace di incontri, di appuntamenti tra amici ancora digiuni di Parigi e che dà vita ad eventi “laici”, con giochi di luci colorate proiettati sulla facciata strapiena di santi, profeti e gargoyle, al suono di musiche di tutti i tempi, che fanno da colonna sonora a storie antiche e moderne.
Notre-Dame è il “centro ideale di gravità” per chi vive a Parigi o vuole conoscerla; è la linea virtuale che divide le due Rive storiche, la Destra, antica, popolare e bohemien, e la Sinistra, del chiassoso Quartiere latino e delle zone aristocratiche. Per scoprire l’anima di Parigi, insomma, si deve passare per l’Isola della città e superare quel confine all’ombra della maestosa cattedrale gotica, per diventare “uomini liberi”, come nel Medioevo accadeva per chi cercava rifugio dalle angherie del potere ed oltrepassava l’arco acuto vicino alle chiese.
Certo, Parigi possiede altri due luoghi dai profondi significati storici e “repubblicani”, laici: piazza della Bastiglia e la torre Eiffel. Ma è Notre-Dame il più sentito sito di libertà e di unità storica della Francia.
Per questo Notre-Dame non arde solo dentro le sue mura, ma ci brucia dentro all’anima.
Per questo Notre-Dame tornerà a vivere e a splendere come nei secoli passati.


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