BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Ascesa delle destre nel mondo: l’unico argine sono le donne

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Malgrado il suo appoggio al Congresso Mondiale delle famiglie di Verona, o forse proprio per questo, il vicepremier Salvini dovrà abbandonare il sogno di avere la “Lega delle leghe” alle europee, in quanto i polacchi, esattamente il partito di governo ultracattolico di destra PiS (Diritto e Giustizia), non ha gradito la presenza ma soprattutto l’egemonia russa al congresso, e dovrà accontentarsi di un accordo solo dopo le europee, mentre per le elezioni i polacchi saranno con i Conservatori di cui fanno parte anche Fratelli d’Italia. Polonia che pur essendo allineata con i dettami del WCF (World Congress of Family), e pur essendo stata invitata formalmente a Verona, non ha mandato nessun rappresentate istituzionale al raduno patrocinato dalle istituzioni locali e dal ministero della famiglia italiano. Brian Brown, attuale presidente del World Congress of Families e a capo anche dell’omofoba International Organization for the Family, alla domanda sul perché il governo polacco non avesse mandato rappresentanti ha risposto: “Non solo non hanno mandato nessun rappresentante istituzionale, ma non hanno neanche risposto ai numerosi inviti che abbiamo fatto e questo ci dispiace molto, perché siamo sulla stessa linea”.
Congresso che si è chiuso domenica scorsa con un corteo di 10mila persone a Piazza Bra, davanti al Palazzo della Gran Guardia dove si è svolto il raduno, anche se il senatore Pillon ha lanciato questa chiusura sparando 50mila persone in piazza (che neanche c’entrano), e dove Dimitri Smirnov, arciprete ortodosso russo, ha salutato il ministro degli interni Salvini dicendo che finalmente l’Italia potrà entrare in questa grande famiglia e ribadendo che, pur essendo una minoranza, finalmente potranno fare le loro proposte di legge attraverso la Lega. Qui il ministro Fontana si è lamentato perché lui e la sua famiglia si sentono discriminati per colpa delle politiche che per dovere è costretto a portare avanti, e ribaltando il concetto di diritti umani e di tolleranza, tutti hanno parlato di libertà perché sebbene l’intenzione sia quella di riportare un “ordine” perduto imponendo modelli di vita preistorici, è stata più volte rivendicata la libertà di poterlo fare indisturbati e senza essere contestati. Il senatore legista Simone Pillon ha detto, insieme a molti altri, che gli esempi di vita andrebbero presi dalla Bibbia e che la cristianità è l’unico modo di vivere, e Lucy Akello, rappresentante dell’Uganda, ha detto che i metodi contraccettivi portano all’aborto e danneggiano la salute mentale e fisica, e minano la “civilizzazione cristiana”.
Uno schieramento trasversale fatto da fondamentalisti religiosi dell’area cattolica, ortodossa ed evangelica stretti in sodalizio con le forze più reazionarie e fasciste del mondo, a cui il movimento delle donne ha risposto prontamente con una tre giorni di proteste fatti con laboratori, mostre, convegni, che hanno avuto il culmine con la manifestazione di sabato 30 dove hanno partecipato più di centomila persone malgrado “l’agguato” inspiegabile della questura che ha mandato in giro la circolare di 30mila partecipanti nella manifestazione: una cifra ridicola anche a occhio se guardiamo fotografie e video, e smentita dalla Digos e dai vigili urbani che hanno dichiarato appunto, più di 100mila manifestanti. Una tre giorni organizzati da Non una di meno che domenica ha concluso le proteste con una grande assemblea internazionale dove erano presenti tutti i movimenti femministi europei, compresa anche l’Argentina dove Non una di meno è nata dopo il femminicidio di Lucia Peres (la ragazza di 16 anni stuprata e uccisa, i cui assassini sono stati assolti).
Qui Marta Dillon, una delle fondatrici del movimento argentino Ni una menos, ha spiegato come in Argentina le leggi per il contrasto alla violenza sulle donne ci siano ma non vengano applicate – un po’ come in Italia – e che la sconfitta al referendum sull’interruzione di gravidanza dia il senso di quello che succede nel Paese in materia di machismo e patriarcato, un Paese così povero che la gente è costretta a fare i debiti per pagare le bollette.
Ma il pericolo delle destre in ascesa è mondiale, e per Dillon il problema fondamentale sono le sinistre che non hanno saputo tenere il passo, tanto che oggi solo il movimento femminista è in grado di fronteggiare questa avanzata, perché è una politica che prima di tutto si consuma sui corpi delle donne. “In un Pianeta senza più risorse e con un sistema neoliberale in crisi – ha detto Dillon – il potere ha bisogno di avere masse controllabili e disciplinate, e in una situazione di squilibrio e incertezza la garanzia è rappresentata dall’illusione di una società ordinata che restituisca il primato al maschio alfa che protegga questo ordine e tutta la famiglia: un’illusione che dà quella sicurezza di ricollocazione anche sociale, in un momento transitorio e incerto”.


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