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Appalti pubblici in Calabria. Un affare di famiglia. In manette un sindaco del Cosentino e il figlio accusati di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio

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MAIERA’ (COSENZA) Di padre in figlio. Sarebbero proprio i legami familiari a inguaiare un sindaco del Cosentino, finito in manette per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. In un piccolo paesino dell’Alto Tirreno cosentino, Maierà, i finanzieri hanno da un po’ di tempo notato qualcosa di strano e hanno focalizzato le loro attenzioni sull’attività imprenditoriale del sindaco di Maierà, Giacomo De Marco, e del figlio Gino. Così, dopo accurate indagini, la Procura di Paola ha voluto vederci chiaro e ha passato al setaccio una mole enorme di documenti contabili e ha poi supportato l’attività investigativa con intercettazioni telefoniche e ambientali. Ed è a questo punto che gli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Pierpaolo Bruni e dal sostituto Maria Francesca Cerchiara, hanno scoperto quello che per loro si è mostrato come un «collaudato sistema» finalizzato a svuotare società fallite ai danni dei creditori tra i quali anche l’Erario e un ente in house della Regione Calabria.

Infatti, i finanzieri sono riusciti a individuare numerosi appalti aggiudicati dalla “Immobiliare Costruzioni De Marco srl” con enti pubblici e questo sia prima che dopo la data di dichiarazione di fallimento della società “De Marco Costruzioni srl”. Appalti per un totale di 1.487.378,30 euro che, secondo l’accusa, sarebbero stati aggiudicati «proprio mediante l’utilizzo del ramo d’azienda oggetto di fitto» che sarebbe stato «strumentalmente utilizzato al solo fine di svuotare i beni della società poi fallita». Insomma, un modus operandi che – come sottolineato dal procuratore Bruni – avrebbe danneggiato l’imprenditoria sana. Si tratta, ovviamente, di accuse ancora tutte da dimostrare. Ma lo scenario che sta venendo fuori dall’attività investigativa della Procura di Paola – da quest’ultima e da altre quattro inchieste portate a termine in poco tempo – è una presunta allegra gestione degli appalti sul Tirreno cosentino, cioè in un territorio che potrebbe vivere di turismo e dove quindi l’affidamento degli appalti pubblici giocherebbe un ruolo importante. L’obiettivo dei pm è quello di colmare il vulnus che limiterebbe l’attività dell’imprenditore onesto che in questo modo – sempre riprendendo un concetto del procuratore Bruni – si vede costretto a stare fuori dal mercato. Senza dimenticare che tutto ciò avviene in una regione stretta dalla disoccupazione e dalla mancanza di lavoro.


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