Un raduno è previsto a Marcon, a una decina di chilometri da Mestre, alle 8 del mattino, per quello che si preannuncia un tour de force della Festa della Liberazione, a colpi di “Bella ciao”. Associazioni partigiane, Anpi, partiti politici e singoli cittadini si metteranno in moto per tenere fede a una tradizione che è stata rotta, dopo tanti anni, contro la loro volontà.
Tutto è iniziato lo scorso anno, proprio il 25 aprile quando durante la manifestazione (nel 2018 organizzata da Quarto d’Altino e condivisa da Marcon e Meolo), gli alunni delle scuole medie altinati avevano intonato “Bella ciao”, cogliendo di sorpresa gli amministratori del centrodestra, i sindaci Grosso di Quarto e Matteo Romanello di Marcon e il vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin. Da lì è scoppiata un’infinita polemica.
In risposta a chi li accusava di non essere rimasti ad ascoltare il canto dei bambini, è arrivata la spiegazione ufficiale: la cerimonia era finita e il Bella ciao non era in scaletta. Ma che l’iniziativa li avesse messi in difficoltà non è un mistero. Tanto che poco dopo è arrivata una dura presa di posizione di Romanello che, offeso dal canto, nei mesi successivi con una lettera aveva messo fine alla tradizione della celebrazione condivisa tra i tre comuni.
Quest’anno, quindi, ogni comune ricorda da solo i propri caduti ma le associazioni partigiane, i partiti e a Quarto anche il gruppo “Bella ciao” non ci stanno.
Numerosi infatti, nelle ultime settimane, gli appelli e gli inviti a partecipare e a cantare a squarciagola la canzone poco gradita.
A Quarto d’Altino la situazione è più pacifica: il sindaco, ribadendo che il Bella ciao non è in scaletta, ha fatto sapere che non scapperà via (così come era rimasto ad ascoltare due anni fa) se qualcuno deciderà di cantarla al termine della celebrazione ufficiale. Cosa che probabilmente succederà.
Ma a Marcon il clima è molto più teso. Al primo cittadino Romanello viene attribuita la colpa della fine di una tradizione, quella della manifestazione condivisa per ricordare la lotta partigiana che ha visto fianco a fianco i cittadini dei tre comuni. Meolo e Quarto, infatti, avrebbero voluto portarla avanti. «Quest’anno, dopo quarant’anni, forse anche nell’inconsapevolezza di questa storia – scrivono dal gruppo Bella ciao -, il sindaco di Marcon ha scelto di rompere questa sorta di patto per la memoria, a causa “dell’indignazione” provata l’anno scorso nel sentire il “Bella Ciao”. Una canzone che diventò una sorta di inno della Resistenza solo negli anni cinquanta e che fu scelta perché in quel testo, poco connotato ideologicamente, si riconoscevano tutte le anime della Resistenza che hanno combattuto il nazifascismo, che hanno scritto la costituzione e affermato quei valori di democrazia e libertà di opinione da cui sono nate le istituzioni odierne. Per non rinnegare quei valori, invitiamo tutti i cittadini “non indifferenti” di tutti i comuni del circondario a partecipare alle celebrazioni del 25 Aprile e a cantare con gioia ” Bella ciao”».
A Marcon invece molti cittadini, con Anpi e alcuni rappresentanti della politica, hanno deciso di fare da sé. La giornata del 25 aprile per loro inizia quindi alle 8, con il primo ritrovo, e proseguirà tra Marcon e Canizzano (nel trevigiano) per poi finire, insieme ad alcuni gruppi altinati, a Meolo dove quest’anno avrebbe dovuto svolgersi la cerimonia dei 3 comuni. La manifestazione unita si farà lo stesso, quindi, anche senza i sindaci.