Uscire di casa alle volte è un gesto rivoluzionario. Lo hanno fatto in tanti a Milano per dire no al razzismo. Lo hanno ripetuto in tutta Italia i donatori di fiducia alle primarie, verso un partito ormai privo di globuli rossi. Zingaretti sarà il nuovo segretario legittimato da affluenza e preferenza. Ma deve ricostruire un partito diviso da anni di lotta tra selfie e ghibellini.
Ci vorrà tempo, ma soprattutto un’idea forte, da contrapporre alle bandiere del M5S (Reddito di cittadinanza) e della Lega (xenofobia). Come per esempio battere la criminalità organizzata per rendere il Mezzogiorno (e non solo) un luogo dove si possa investire in sicurezza e creare lavoro senza pizzo e bombe, per far partire dal Sud la ripresa del Paese. Varare la “Grande Operazione di Antimafia e Legalità” (GOAL) significherebbe non solo bonificare finalmente la metà del Paese che ancora soffre in maniera acuta violenza e ingiustizia sociale, ma rimuovere un focolaio di criminalità ormai eversiva e regressiva, propagata da anni al Centro e al Nord.
Insomma, Zingaretti deve “connotare” il nuovo PD con un progetto ambizioso. E prendere esempio dal Montalbano-fratello, che nonostante i pochi mezzi e un appuntato imbranato riesce a risolvere i casi. Perché fa squadra.
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