Una lettera fasulla da Conte alla società costruttrice. Ma i bandi per dare il via ai lavori partono. Tv e radio, pubbliche e no: disinformatija al potere. Salviamo Radio Radicale
Di Alessandro Cardulli
Avete mai visto un gatto con un sorcio in bocca che passeggia nelle stanze di casa? Si muove con indifferenza, sembra sapere che è cosa da non fare, ma fa finta di niente. Ancora: i genitori rimproverano il loro bambino perché si è rimpinzato di marmellata malgrado glielo avessero proibito, e lui, il bambino, con la bocca e le guance inzaccherate dal dolce alimento nega. Il gatto e il bambino, ovviamente nei modi diversi, sono dei gran bugiardi. Mi sono venuti a mente pensando al gatto disinvolto e il bambino bugiardo, ghiotto di marmellata, tre personaggi sempre in cerca di autore. Si chiamano, guarda caso, Conte, il premier, con i due vicepremier, Salvini e Di Maio. La marmellata, o se volete il topo in bocca al gatto, sono paragonabili a quanto questi tre personaggi vanno blaterando in merito alla Tav. Il presidente del Consiglio fa sapere che con la lettera a sua firma inviata alla società italo-francese, la TelT cui è affidata la costruzione della Torino-Lione, di fatto viene bloccato tutto. Di fatto, a suo dire, con il pieno appoggio sia di Di Maio, M5S, contrario al proseguimento dei lavori, che di Salvini, Lega, il quale non si stanca di ripetere che la Tav s’ha da fare. Insomma pace fatta, governo salvato. Difficile capire come si possa mettere d’accordo due contendenti, tanto che il Salvini dice a chiare lettere che, nel caso l’opposizione dei pentastellati mettesse in dubbio l’esecuzione dei lavori, l’ultima parola spetterebbe al Parlamento, eventuale referendum, dove sarebbe assicurata la maggioranza dei favorevoli alla Tav.
Partono le procedure per l’affidamento dei lavori. Bandi in italiano, in francese Avis de marché
Questi i fatti. Conte si fa vanto di aver salvato il governo, bloccando le procedure previste per l’affidamento dei lavori, poi si vedrà. Rende nota la lettera spedita alla Telt in cui, appunto, chiede di bloccare la procedura già prevista per la formulazione dei bandi relativi alle procedure previste per l’aggiudicazione dei lavori. In lingua italiana si chiamano “bandi”. In francese “avis de marché”, in inglese “notice”. Sempre di “bandi” si tratta. Il presidente Conte si fa grande, trillano Di Maio e Salvini, facendo sapere a tutto il mondo che i bandi sono bloccati. Non è vero. Perché la società costruttrice, Telt, rispondendo al Conte Giuseppe fa sapere che lunedì “autorizzerà la direzione a pubblicare gli avis demarché relativamente agli interventi dei lotti francesi in modo da rispettare il termine del 31 di marzo per la presentazione alla Commissione europea del finanziamento per l’anno 2019”. Telt si impegna anche a sottoporre “a preventivo avallo dei due governi la fase di trasmissione del capitolato alle imprese”. Ancora: Conte richiama anche il fatto che nella sua lettera alla Telt fa esplicito riferimento alle “clausole di dissolvenza”.
Quello che prevede la legislazione francese a proposito della “norma dissolvente”
Prevede la legislazione francese che in qualsiasi momento, anche con una procedura di gara già pubblicata, possa venir meno la volontà di partecipare a una procedura di gara già pubblicata. Ciò è previsto nella legislazione francese che dedica all’argomento pagine e pagine. Ma per dar seguito alla norma “dissolvente” deve esserci anche l’accordo della Francia. Ancora. Nel caso di un ritiro italiano dovrebbe essere previsto un “rimborso”, chiamiamolo così, sui lavori già fatti dalla Francia sulla base dell’ accordo sottoscritto con l’Italia. Addirittura c’è chi parla di ricoprire il tunnel scavato dai francesi. Quale il futuro? Ha un volto ignoto. A partire da lunedì, se la Telt mantiene gli impegni assunti e messi per scritto ci sono sei mesi di tempo per definire ogni fase della gara di appalto a partire dal momento in cui viene emesso il bando, per la precisione l’ avis de marché a partire dalle aziende che intendono aderire per poi passare ai capitolati di appalto, le disponibilità delle aziende concorrenti, tutto ciò che prevede una legislazione complessa e complicata. Sei mesi di lavoro, forse più, per l’aggiudicazione dei lavori.
Il “Fattoquotidiano” elogia Conte. Ha messo a cuccia Salvini
Questo lo stato degli atti a partire dalla corrispondenza fra il presidente del Consiglio Conte con la Telt, dagli incontri che intende avere con il presidente francese, con il presidente della Commissione Ue. Come viene informato il cittadino italiano su questi eventi destinati a lasciare un segno sulla nostra economia che vive una fase di grande difficoltà, una recessione ormai non solo annunciata ma in atto? Se ci riferiamo alla carta stampata, certo ogni quotidiano ha una sua linea, ma la valutazione sull’operato del governo, in particolare su quest’ultima fase della vicenda Tav è negativa. Fa eccezione il Fattoquotidiano, sempre più una sorta di ufficio stampa dei Pentastellati. Scrive il direttore che Salvini “è stato messo a cuccia” dalla operazione Conte. Nessuna meraviglia dal momento che l’ex direttore del Fatto, Padellaro, in una trasmissione televisiva ha perfino negato che esista un progetto per una grande linea ferroviaria dalla Ucraina fino al Portogallo entro il quale deve essere valutata laTav. Non solo, risulta che la Svizzera sia pronta a prendere il posto dell’Italia. Certo la carta stampata conta, fa opinione in particolari strati della popolazione. Ma sono televisioni e radio che formano in particolare l’opinione pubblica, con la Rai in primo piano, come dovrebbe essere. Ebbene, tg e giornali radio hanno puntato su una sola notizia: quanto bravo è stato Conte Giuseppe, il premier, che gliene ha cantate ai francesi e alla Ue. Ha salvato il governo, messo pace fra Salvini e Di Maio. Anche gli “ospiti” delle reti televisive e radiofoniche non hanno fornito una informazione completa, oggettiva. Non hanno voluto, tg e radio, dire in modo chiaro che tutta questa manovra del governo giallo verde non risponde agli interessi dell’Italia ma punta a garantire a Pentastellati e Leghisti di arrivare alle elezioni europee, mantenendo posti di potere. L’informazione, quella in mani pubbliche gli dà una mano. A maggior ragione viene da dire “salviamo Radio radicale”. Non a caso il governo gialloverde la vuole eliminare.