Il Senato ha approvato ieri le nuove norme sulla legittima difesa. Immediate le reazioni delle associazioni. Gonnella (Antigone): “”Il rischio più grande è la presunzione di assoluta impunità”. Beretta (Opal): “Temo che aumenteranno gli omicidi e ci sarà più violenza”. Movimento Nonviolento: “Vince l’industria delle armi, perde la democrazia”
ROMA – Il Senato ha approvato, con 201 voti favorevoli, 38 contrari e 6 astensioni, le nuove norme sulla legittima difesa. In particolare vengono modificati gli articoli 52 e 55 del codice penale. E l’aspetto rilevante della riforma è che “sussiste sempre il rapporto di proporzione” tra la reazione del cittadino che nel proprio domicilio o luogo di lavoro si è trovato nello stato di “necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta”. Prima di questa riforma, la difesa era legittima solo se proporzionata all’offesa. Ora questa proporzione è data per presunta sempre. Non solo. La difesa è sempre legittima e proporzionata anche quando si “usa un’arma legittimamente detenuta”. Inoltre, “agisce sempre in stato di legittima difesa colui che compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone”.
Numerose le reazioni alla prima approvazione della norma. Eccone alcune.
I timori dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal). Per Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia, l’approvazione della riforma della legittima difesa non è una buona notizia. “Temo che aumenteranno gli omicidi e ci sarà più violenza”, afferma. “Oggi è più facile ottenere una licenza per detenere armi che la patente di guida. In secondo luogo, in Italia vi sono più omicidi con armi legalmente detenute che omicidi per furti e rapine. In parole semplici: oggi se c’è un’arma in casa è molto più facile che venga utilizzata per ammazzare un familiare (molto spesso la moglie o la compagna), un parente o un vicino fastidioso che non per fronteggiare eventuali ladri”.
Per Beretta il problema sta quindi nel rischio che ora ogni persona si senta libero di poter avere un arma per usarla in casa propria. “Le nuove norme sulla legittima difesa sarebbero dovute essere accompagnate da un restringimento della concessione delle licenze d’armi – aggiunge -. Oggi ci sono in Italia circa 500 mila licenze per armi sportive, ma i club dicono che hanno circa 100 mila iscritti che effettivamente praticano questi tipi di sport. E gli altri? Probabilmente sono persone che hanno chiesto la licenza di tenere un’arma sportiva solo per tenerla in casa. Tra le armi sportive ci sono fucili molto potenti”.
Antigone: “Il rischio più grande è la presunzione di assoluta impunità“. Afferma il presidente, Patrizio Gonnella: “La pretesa di immunità per chi dovesse ferire o uccidere un presunto ladro, che la Lega va vendendo da tempo, non esiste – sostiene Gonnella. Dinanzi all’utilizzo di un’arma da fuoco, ancor più quando questo utilizzo provochi la morte di una persona, partirà sempre un’indagine e un eventuale processo. Sarà poi la magistratura a decidere se quell’episodio rientra in ciò che si può definire legittima difesa o meno. Quando questa assenza di impunità che il partito del ministro Salvini va propagandando sarà un’evidenza, allora forse la Lega dovrà tornare a modificare la legge nell’unico modo possibile, quello di intervenire sull’indipendenza della magistratura. Nel frattempo però questo falso messaggio di presunzione assoluta di impunità, potrebbe essere male interpretato dai cittadini, così stimolati ad un uso indebito delle armi”. “Purtroppo questa legge porta con sé un brutto messaggio per le persone, invitandole a difendersi da sole (anche con le armi) piuttosto che rivolgersi alle forze di polizia, che ne escono così fortemente delegittimate nella loro funzione”.
Movimento Nonviolento: “Vince l’industria delle armi, perde la democrazia”. Dura presa di posizione del Movimento Nonviolento sulla legge appena approvata dal Senato. Il presidente Mao Valpiana: “Drogare l’opinione pubblica con la paura percepita di furti e rapine, e garantire l’impunità a chi spara per difendersi, è la diabolica manovra che ha portato all’approvazione della Legge con il consenso di larga parte dell’opinione pubblica. Un boomerang che si ritorcerà sul cittadino due volte vittima: della propria arma e della politica senza scrupoli. Oggi al Senato ha vinto l’industria delle armi; la prima vittima è stata la democrazia”.
Per Valpiana, “l’intreccio armi-politica fa scuola in tutto il mondo. Salvini è uno scolaretto che si ispira in questo ai suoi maestri, da Trump a Putin, da Bolsonaro a Erdogan. Basta leggere un po’ di cifre di come la facile diffusione delle armi corrisponda ad un aumento della insicurezza”.
Ognivolta onlus: “Così si autorizza una giustizia privata”. Gabriella Neri è la presidente di “Ognivolta” onlus, fondata dopo che quasi nove anni fa il marito Luca Ceragioli, direttore di un’azienda di impiantistica, fu ucciso (insieme al collega Jan Frederik Hilmer) da un ex collaboratore, che aveva il porto d’armi nonostante avesse problemi psichiatrici. Gabriella Neri è preoccupata per il messaggio che arriva con l’approvazione al Senato della riforma della legittima difesa. “Sono veramente tanti gli omicidi per mano di persone con armi legalmente detenute può -ricorda-. Avere un’arma in casa può diventare letale: si rischia che se ne faccia un uso non per difendersi da un ladro, ma contro se stessi o i familiari. Il messaggio è che ora è giusto tenere in casa un’arma. Il problema, però, è che uso se ne farà”.
“La mia sensazione è che queste norme sulla legittima difesa diano anche un messaggio di sfiducia verso le forze dell’ordine. Sembra che il nostro Paese sia indifeso. Ma non è vero. E poi ci sono sistemi diversi per mettere in sicurezza le case prima di avere un’arma”. Secondo la presidente di “Ognivolta” c’è come un “delirio di onnipotenza”, “si crede di poter controllare tutto, di potersi difendere da soli, di poter uccidere un’altra persona anche solo per difendere un bene immobile”. Il rischio concreto “è che ci sia una maggiore disinvoltura nelle persone nell’acquisto di armi”.