In un servizio di polizia su strada un’impressione positiva la si ricava, intanto, dal semplice contatto visivo che il cittadino riceve da chi, poliziotto, carabiniere o finanziere che sia, in quel momento sta rappresentando lo Stato nell’esercizio di una delle sue funzioni più importanti.
DI Piero Innocenti
Intendo dire che il semplice fatto di indossare dignitosamente l’uniforme, di essere in ordine con la persona, di avere l’autovettura di servizio pulita, di un atteggiamento vigile e formalmente corretto, danno un segnale rassicurante per il cittadino.
Se, poi, si viene controllati il giudizio si baserà anche sul contatto verbale che si instaura con l’operatore di polizia e ne potrà essere rafforzato per i modi corretti usati nella semplice richiesta di documenti, nella contestazione di una violazione o incrinato per qualche “intemperanza” verbale. E’ certo, comunque, che un buon servizio di polizia viene, almeno in buona parte, assicurato da una “composta”presenza in strada degli agenti.
Naturalmente le stesse considerazioni valgono in ambito urbano con gli agenti delle polizie municipali che rappresentano i Comuni e cioè una delle componenti della Repubblica insieme alle Province, alle Città Metropolitane, alle Regioni, allo Stato. Ecco perché è importante vedere all’opera nelle nostre città agenti delle polizie municipali impeccabili nelle divise, solleciti negli interventi di competenza, composti sul piano formale, appassionati del servizio che sono chiamati a svolgere.
Ho avuto la possibilità di conoscere e di apprezzare molti comandanti e agenti delle polizie municipali di diverse città tra cui Teramo, Piacenza, Milano, Palermo, Modena, Bolzano e non riesco a capacitarmi di come nella Capitale, pur con le dovute eccezioni, non si riescano ad avere le stesse gradevoli impressioni e avere un servizio di buon livello da parte di un Corpo che, forse, meriterebbe maggiore attenzione dalla amministrazione comunale.
Mi riferisco, intanto, alla vestizione, spesso eterogenea, dei vigili, molti di quali indossano l’uniforme in modo abbastanza trasandato, altri che non la indossano per il mancato rinnovo dei capi di vestiario, altri che indossano, da tempo, la “pettorina”gialla con la scritta “Polizia Roma Capitale”, e a queste scene di varietà su strada si accompagnano quelle, più avvilenti, di vigili che gridano all’indirizzo di utenti indisciplinati, di quelli visibilmente annoiati alle prese in fitti colloqui con i cellulari nei “gabbiotti” situati in alcune piazze romane, incuranti dei tanti automobilisti che transitano senza indossare le cinture di sicurezza o impegnati, anche loro, al cellulare mentre guidano.
Non è facile, ne siamo convinti, comandare un Corpo di migliaia di dipendenti (organizzati in Gruppi nei vari Municipi) e per giunta in una città problematica come Roma e con tante incombenze, alcune non di stretta competenza della polizia municipale (il controllo h24 di alcuni problematici campi rom). Ci vuole sicuramente un buon comandante (e quello attuale probabilmente ce la mette tutta), uno staff dirigenziale di primo piano e comandanti dei vari Gruppi all’altezza della funzione assegnata.
Occorre, soprattutto, fare sistematici controlli sull’operato dei dipendenti per valutare il servizio svolto e riservare anche più attenzione a quella cura dell’uniforme e della persona che sono basilari per un buon servizio e che non sono semplice “apparenza” come qualcuno può ritenere.
Roma, già fortemente mortificata dai tanti problemi che continuano ad affliggerla, in primis il degrado ambientale, fisico, istituzionale, la intollerabile trascuratezza nella manutenzione del verde pubblico, ha bisogno di una Polizia municipale che sia un sicuro punto di riferimento per i cittadini.
AAA Cercasi sicurezza pubblica