BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

La cartolina trash di Napoli, ma c’è speranza

0 0

Napoli. Mentre Napoli diventa cartolina trash dopo il matrimonio tra Tony Colombo (cantante neomelodico amatissimo dalle folle) e Tina Rispoli (incensurata vedova di Gaetano Marino, boss degli scissionisti, detto il moncherino, ucciso sul lungomare di Terracina  sette anni fa); mentre l’addio al nubilato fa scandalo, perché quello che doveva essere un flash mob, autorizzato dal Comune di Napoli e realizzato proprio sotto la  prefettura a Piazza del Plebiscito, si è trasformato in un  concerto con un vero e proprio  palco, centinaia di palloncini rossi ,  ospiti da “Uomini e donne” e un bel servizio di Barbara D’Urso;  mentre il corso Secondigliano – già arteria immobile della periferia di Napoli – è stato bloccato per ore per il corteo matrimoniale, con carrozza e cavalli, artisti circensi e banda; mentre per il matrimonio civile una manifestazione anticamorra viene spostata dal Maschio Angioino a Palazzo San Giacomo per evitare l’incontro tra la coppia e le vittime delle mafie, io riguardo il film  “Song’e Napule” e  mi accorgo che tutto questo era stato già detto. Nel piccolo capolavoro low cost, dei Manetti Bros, che ha portato a casa persino diversi Donatello, Giampaolo Morelli è Lollo Love. Un bravo ragazzo, cantante neomelodico, ingaggiato per un matrimonio dall’alto tasso camorristico. Si esibirà per la figlia del boss di Somma Vesuviana, dove c’e la quasi certezza che  “O’ fantasma” (straordinario Peppe Servillo) sia presente alla cerimonia. Per arrestarlo sarà ingaggiato Paco (Alessandro Roja), un poliziotto/pianista imbranato, preso con una raccomandazione, che dovrà infiltrarsi nella band di “Lollo Love”, fingendosi “uno di loro”.

Nella pellicola i mondi, da sempre separati, della città più obliqua di Europa, dove una strada nobile, viene tagliata da un quartiere ultrapopolare, si incontrano. Per interagire, capirsi, confrontarsi. E alla fine il buono viene fuori!

Quando a Scampia, circa 15 anni fa (allora pochi ne parlavano), realizzai il mio festival cinematografico “Periferie del Mondo – Periferia Immaginaria,”, tra ospiti illustri, come Stefano Benni, Francesco Rosi, Roberto Saviano – infilavo una sezione dal titolo “Fenomenologia Periferica” a cura di Diego Paura. Protagonisti cantanti sdoganati, ma anche tanti giovani esordienti. “Se guardate questi due documentari e me ne spiegate il senso, poi vi faccio conoscere Raffaello”. Lo dicevo sempre alla folla di ragazzini accorsi per i loro miti, dei quali erano più meno coetanei.

Certo c’era un grande silenzio o straordinari discorsi diplomatici, quando chiedevo ai giovani cantanti, di dirmi qualcosa contro la camorra. Nell’ultima edizione, però, le cose cambiarono… Ci furono, video, discorsi che la condannavano. Molte star, cosiddette neomelodiche, proprio sotto le Vele, gridarono a gran voce il loro no alla criminalità. Ho impiegato dieci anni perché ciò fosse possibile!

Parthenope è il luogo dove convivono da sempre religione e paganesimo, la sceneggiata e il grande teatro autoriale, Gomorra (che debuttato ieri con la quarta serie)  e L’Amica geniale. Sono due facce della stessa medaglia.

Ora gli Unni sono venuti alla conquista del salotto buono, finchè sono nelle loro terre si tollerano,  diventano materia per soggetti cinematografici, qualcuno (vedi Capuano) li usa anche per la musica di  lungometraggi impegnati. Sicuramente lo spettacolo del matrimonio cafone è stato indecoroso, la superficialità dei permessi da discutere, bisognava intervenire prima, mandando, per esempio, l’esercito a sgombrare il corso Secondigliano, ma quel mondo esiste. Sarebbe importante prolungare l’orario scolastico fino a sera, in certe zone della città. Far capire che c’è un’altra forma di Arte vera, affascinare i futuri fan di quel genere, fin da bambini, con tutta “un’altra musica”.

Sappiamo che la favola di “Song’e Napule” rimane pura fantasia, quello che ruota, in termini di malavita, attorno al mondo neomelodico è spaventoso. Ma qualche volta dal “letame nascono i fiori”…

Avevo 24 anni quando da ospite proposi alla sede fiorentina di TMC2, un brano pop di un giovane cantante. Titolava 167, lui era Franco Ricciardi. I gota della videomusic nel piccolo schermo, si divertirono molto quando scoprirono che il marchio (Nello Pennino Tv), era identico a quello di MTV. Io  avevo portato la musica di un vero artista, che dopo trent’anni anni di carriera ha vinto due Donatello per la migliore canzone originale. Un ragazzo di Milano che si è formato negli  anni ’80 tra Bruce Springsteen e Mario Merola.

La sintesi geniale di due mondi.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21