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“Dare Diritti Al Lavoro”. Coi braccianti indiani pontini contro ogni forma di sfruttamento

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Donne e uomini innanzitutto, e poi braccianti, magistrati, giornalisti, attivisti, sindacalisti e cittadini si sono dati appuntamento il 28 febbraio del 2019 al tempio sikh (Gurudwara) di borgo Hermada (Latina) per aprire in anteprima il XXII congresso di Magistratura Democratica. Il tempio indiano sikh di borgo Hermada costituisce luogo simbolo di resistenza e lotta per i diritti umani e del lavoro dei braccianti e poi di tutte le lavoratrici e lavoratori sfruttati poiché è in quel luogo che sono state organizzate i primi incontri coi braccianti indiani organizzati dalla coop. In Migrazione, dalla Comunità indiana del Lazio e dalla Flai Cgil per organizzare lo sciopero a Latina del 18 aprile del 2016 che ha visto la partecipazione e l’impegno di oltre 4.000 braccianti indiani. Ognuno di loro quel giorno diede un messaggio preciso di libertà, desiderio di giustizia e legalità contro ogni forma di sfruttamento, discriminazione, caporalato, violenza. Proprio dal tempio sikh di borgo Hermada, inoltre, partirono i pullman che portarono i braccianti indiani a Latina.

Tempi Moderni, grazie alla collaborazione con “A.A. con parole cangianti e nessuna scrittura”, ha voluto riprendere l’evento del 28 febbraio e raccogliere le interviste di alcuni dei partecipanti a partire dal presidente di Magistratura Democratica, Riccardo De Vito, dal presidente della Comunità Indiana del Lazio, Gurmukh Singh, il presidente di Tempi Moderni, responsabile scientifico di In Migrazione e ricercatore Eurispes, Marco Omizzolo, il responsabile dell’Osservatorio Placido Rizzotto, Roberto Iovino, dal responsabile del presidio di Libera Sud Pontino “Don Cesare Boschin”, Don Francesco Fiorillo. Tutti gli interventi hanno sottolineato la dignità e il coraggio dei braccianti indiani che hanno deciso di ribellarsi contro un sistema di sfruttamento pervasivo e organizzato e nel contempo l’urgenza di un impegno che richiama la natura stessa della nostra democrazia.

Promuovere questo video significa allargare la riflessione e sostenere un’analisi e impegno che vuole ristabilire i criteri di un vivere e lavorare civile in un Paese che ne ha urgente bisogno.


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