Lo scorso 23 marzo si è tenuto a Sorrento un interessante Convegno – organizzato dall’associazione “Verde, Ambiente, Società” (V.A.S.), presieduta dal sen. Guido Pollice – sul tema: “Strategie antimafia e anticorruzione: società e cultura della legalità”.
Il Convegno ha visto – oltre gli interventi di magistrati da anni impegnati in processi contro la criminalità organizzata (Gianfranco Donadio, Lucia Aielli e Mariacristina Ribera) e la presenza, come moderatore dell’ex P.G. della Corte di Cassazione Vitaliano Esposito – la partecipazione del Presidente della Commissione Parlamentare antimafia sen. Nicola Morra.
Due i temi centrali del dibattito: il primo incentrato sul nuovo volto della mafia (la c.d.) “borghesia mafiosa”, sul rapporto tra criminalità ed imprenditoria, sulla criminalità che si fa imprenditoria e che, da un lato inquina l’economia e, dall’altro, si infiltra nella P.A. corrompendola sicché il fenomeno mafioso viene ad intrecciarsi indissolubilmente con la corruzione.
Il secondo tema ha riguardato la necessità di diffondere la cultura della legalità. Massiccia è stata la presenza di giovani e studenti che hanno presentato, nel ricordo di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, lavori significativi della necessità della “consapevolezza della legalità” e di come sia compito della scuola formare i giovani alla cultura dello Stato e delle istituzioni; e ad essi si è rivolto, nel suo accorato intervento, il sen. Morra.
Nel corso della manifestazione è stato presentato il volume di Nello Trocchia “Casamonica”.
Nello Trocchia è giornalista d’inchiesta, minacciato dalle organizzazioni criminali per le sue coraggiose inchieste sul riciclaggio dei rifiuti tossici in Campania e nel Lazio ed i cui risultati ha, poi, trasfuso in volumi di successo.
Ora, in un nuovo libro “Casamonica”, Trocchia racconta, sulla base di testimonianze inedite e resoconti giudiziari, l’incredibile storia di un gruppo di zingari che hanno conquistato Roma diventandone “I Re” e come, attraverso il ricorso sistematico alle minacce, alle intimidazioni, alla violenza cieca, hanno costruito un impero composto di discoteche, locali, palestre, concessionarie di auto di lusso e ville sontuose. Si sono accreditati come agenzia criminale di servizi, vera e propria cerniera tra il mondo di sotto, della periferia disagiata, e il mondo di sopra, dei circoli esclusivi ai Parioli e dei salotti bene di via Veneto. Ciò è potuto avvenire grazie a complicità, connivenza, sottovalutazioni a sentenze assolutorie o a lievi condanne, con reati spesso derubricati o prescritti, a remissione delle querele da parte delle vittime fatte oggetto di violenze e intimidazioni, segnale che il territorio era marcato a vista, controllato, assoggettato.
Per comprendere il segreto di questa organizzazione, bisogna vederla da vicino: ed è proprio quanto ha fatto Trocchia – ed è qui che sta il pregio del suo lavoro – il quale ha osservato e descritto i loro luoghi simbolo, ha fatto “pericolose” interviste, ha cercato di capire come vivono i Casamonica, cosa pensano, e qual è la ragione che li spinge ad apparire con manifestazioni eclatanti (quale il plateale funerale del “patriarca” Vittorio Casamonica) e, nello stesso tempo, a cercare di nascondersi. Soprattutto Trocchia ha cercato di mettere in luce l’importanza fondamentale del vincolo familiare, degli incroci di unioni e legami, di tradizioni e di riti senza possibilità di uscita. Ha evidenziato un universo composto da galassie: Casamonica, Di Silvio, Spada, De Rosa, Di Guglielmo, famiglie tutte strettamente connesse tra loro; ma tutte si fanno chiamare Casamonica perché tutti sappiano chi siano: sono i Casamonica perché a Roma ci sono i Casamonica e basta.
Di grande interesse è la parte del libro che tratta dei rapporti dei Casamonica con il cassiere della banda della Magliana, Enrico Nicoletti. Trocchia narra, con dovizia di particolari, anche inediti, tali rapporti che segnano una storia criminale che, intanto, è potuta durare decenni, grazie a coperture e a quelle che egli chiama eufemisticamente “disinvolte distrazioni”.
In definitiva, l’opera “Casamonica” di Nello Trocchia è l’ultimo e più completo “romanzo criminale” capitolino.