“Roma” del messicano Alfonso Cuaron, film diffuso online dalla piattaforma di Netflix, segna uno spartiacque nel circuito dei festival più importanti: è il primo premiato, sia a Venezia sia Los Angeles, di quella che potrebbe diventare una lunga serie di film vincenti distribuiti nella rete. Con Roma, Alfonso Cuaron, nel 2018 al Lido aveva vinto il Leone d’Oro; nella notte degli Oscar 2019 ha portato a casa ben tre statuette: per la miglior regia, film straniero e fotografia. “Sulla mia pelle” di Alessandro Cremonini, che racconta la morte di Stefano Cucchi, anch’esso distribuito da Netflix, ha fatto incetta di premi, ultimi dei quali quattro David di Donatello.
E’ bene ricordare che Thierry Fremaux, delegato generale del festival di Cannes, il giorno dopo l’edizione del 2017 ha dovuto far fronte a una battaglia scatenata dall’industria cinematografica francese contro Netflix, perché tale distribuzione non rispettava la regola della pausa temporale nel passaggio dalla sala allo streaming. Tali polemiche al festival di Cannes sono protagoniste di un braccio di ferro che continua tuttora, nonostante l’esclusione dei film diffusi online abbia avvantaggiato altri festival rivali. Si dice anche che una serie di pellicole targate Netflix non saranno presentati a Cannes 72 perché ancora in lavorazione: si fa l’ esempio di The Irishman di Martin Scorsese; The Laudromat di Steven Soderbergh; Uncut Gems dei fratelli Safdie; The King di David Michôd. Come si può constatare tutte firmate da autori di prim’ordine.
Un nodo non facile da sciogliere sulla Croisette, che rischia di arrivare troppo tardi laddove altre manifestazioni cinematografiche si sono mostrate più coraggiose e lungimiranti. Il 72mo Festival di Cannes si terrà dal 14 al 25 maggio 2019 e avrà come presidente di giuria un altro messicano Alejandro Gonzalez Iñarritu. Anche questa giuria, con a capo l’anticonformista Iñarritu dovrà fare a meno di lavori la cui distribuzione non è gradita per ragioni di profitto? Certo la bellezza di un film visto sul grande schermo è inarrivabile – tanto che i festival li mostrano solo in questa forma – ma poi non dovrebbe essere il grande pubblico a decidere? Di fatto la questione tra Netflix e il Festival di Cannes non è ancora giunta a una fine.
Un tempo gli ebook erano una bizzarria usata da pochi, oggi gli appassionati della lettura li scaricano d’abitudine a causa del minore costo, del minore spazio e della comodità nel trovarli. Con il cinema è lo stesso. E’ bene tener presente che il festival francese ha lanciato anche quest’anno l’iniziativa di “Tre giorni a Cannes” che rilascia un accredito di 72 ore ai giovani dai 18 ai 28 anni, cui unici requisiti sono l’età e l’attestazione per iscritto della passione per la settima arte: nel 2018 sono stati in 1700 a beneficiarne e nel 2019 potrebbero essere di più. Un esercito di cinefili nativi digitali per i quali la diffusione proposta da Netflix diventerà routine.