di Francesco Dondi
Chi vive a Bologna conosce perfettamente il volto di questa città durante le prime giornate primaverili. Quando gli studenti universitari si godono un timido sole tra una lezione e un’altra, quando i turisti camminano lungo il centro storico ascoltando le canzoni di Lucio Dalla, quando, giunta la sera, la città parla mille lingue e conosce mille volti.
“Vedi caro amico cosa si deve inventare per poter riderci sopra? Per continuare a sperare?”, cantava e canta ancora Lucio. Ed è proprio a Bologna durante un pomeriggio di primavera, tra un viale ed un portico, che si è fatta spazio un’idea: creare un sito che racconti le mafie in Emilia Romagna.
A parlarne, seduti attorno ad un tavolo, sono tre ragazzi (due siciliani e una emiliana) che da tempo, insieme ad altri amici, tentano di raccontare il fenomeno della criminalità organizzata presente in regione, macinando tanti chilometri, incrociando tanti occhi, raccontando e ascoltando tante storie. Una visione di insieme, un quadro complessivo, un racconto unitario che contenesse al proprio interno i numerosi tasselli che compongono un mosaico dalle mille sfaccettature: è questo l’obiettivo principale. Non c’è stato alcun bisogno di definire i dettagli con gli altri membri del gruppo.
“Facciamolo”, fu la risposta. E’ nato così il sito “Mafie Sotto Casa”, un progetto completamente autogestito e autofinanziato da un gruppo di ragazzi emiliano-romagnoli di nascita o di adozione: La Banda. “Siamo una banda di amici che da Piacenza a Rimini ha trovato nello stare insieme la forza, il coraggio e la passione di continuare a contrastare strada per strada e città per città la mentalità mafiosa. Da anni- scrivono i curatori del progetto all’interno del sito-come singoli o come volontari all’interno di varie associazioni, costruiamo percorsi di legalità e contrasto alle mafie in regione. In qualunque contesto, dalla piazza gremita di gente all’oratorio di periferia, lavoriamo per trasformare in realtà i sogni di chi, per opporsi all’arroganza mafiosa, ha dovuto pagare prezzi altissimi. Siamo quindi una banda di folli”.
Sono ormai passati più di due anni da quel giorno in centro a Bologna e il sito, come una piccola e potente creatura, viene tenuto in vita grazie al supporto di tutte le persone che in questi due anni hanno avuto modo di conoscere e comprendere il progetto.
Il punto focale, come detto, rimane l’Emilia Romagna: è per questa ragione che il sito contiene al proprio interno una vera e propria mappa della regione contrassegnata da alcuni “puntatori”, piccoli loghi che segnalano la presenza nel territorio di alcuni “fenomeni spia”, ovvero tutti quegli avvenimenti che ci fanno comprendere i modi attraverso i quali le organizzazioni mafiose operano in un determinato luogo: roghi, sorvegliati speciali, minacce a giornalisti o amministratori locali, comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, aziende escluse dalla white list, indagini e processi, soggiorni obbligati. Tutto viene reso leggibile all’interno della mappa che rappresenta l’intera regione.
“Questo sito- si legge nella homepage- tiene monitorate le diverse modalità con cui le organizzazioni criminali si rendono visibili sul nostro territorio. Una mappa costruita dal basso, a partire dalla lettura delle carte giudiziarie, dalla rassegna stampa, dalle vostre segnalazioni. Per unire i puntini e vedere la faccia delle mafie”. Il sito, tuttavia, non si limita ad una rappresentazione schematica o fotografica del fenomeno: al suo interno, infatti, è presente anche la sezione “documenti” dove è possibile leggere e scaricare gratuitamente decine e decine di materiali utili ad approfondire i temi che nella mappa sono solo rappresentati: le relazioni annuali della DIA e della DNA, le carte giudiziarie, gli atti processuali, gli approfondimenti su tematiche come il gioco d’azzardo, il caporalato, il riciclaggio o il finanziamento al terrorismo. In questa sezione, inoltre, si possono scaricare tutti i dossier scritti dalla Banda la quale, ogni anno, fa il punto attraverso la pubblicazione di un libro di tutti i fatti avvenuti in regione. Tante le novità, infine, inserite all’interno del sito Mafie Sotto Casa: ogni mese La Banda prende un microfono in mano e intervista coloro che da sempre sono in prima linea nella lotta alle mafie.
Grazie a nuove amicizie nate in questi due anni di attività, La Banda ha inoltre ideato una “mappa europea” che racconta come le organizzazioni criminali si siano fatte spazio anche a livello europeo. Il tutto, ancora una volta, reso possibile dalla collaborazione di ragazzi e ragazze che dai vari paesi europei, fino ad arrivare alla Toscana, alla Lombardia, alla Sicilia, hanno deciso di far parte della Banda e di curare il sito. Un’antimafia militante, che cerca di farsi spazio nelle piazze, tra la gente: è questo il tentativo costante della Banda ovvero quello di raccontare la mafia emiliana facendo nomi e cognomi, raccontando cosa avviene all’interno delle aule di tribunale attraverso la lettura degli atti giudiziari, tentando di leggere i segnali che provengono dal territorio.
Un’antimafia che, prima denigrata e a volte derisa, adesso tante volte corteggiata dai salotti dell’”Emilia bene”, fa dell’autodeterminazione la propria arma di battaglia contro un fenomeno, quello mafioso, che si presenta come un immenso e gigante Golia. Questo sito è un piccolo sassolino utilizzato dalla Banda che, armata di una semplice fionda, ha fatto dello studio e del racconto quotidiano, la propria arma di battaglia. Una battaglia difficile, che sfibrante il più delle volte, fatta senza finanziamenti pubblici ma che si mantiene in vita grazie alla rete di protezione che si è creata attorno alla Banda in tutta la regione e non solo. “Vedi caro amico cosa si deve inventare per poter riderci sopra? Per continuare a sperare”, cantava Lucio Dalla. E forse, in queste due domande, risiede il vero senso del progetto Mafie Sotto Casa.