A Brescello, Comune commissariato per condizionamento mafioso nel 2016, ilgiornalista Donato Ungaro che svelò l’opacità di certi meccanismi con molti anni di anticipo, continua a non essere gradito. La sua presenza all’assemblea pubblica organizzata per l’8 marzo dall’associazione antimafia Agende Rosse intitolata “Donne contro la mafia” è stata oggetto di una richiesta urgente di spiegazioni inviata con raccomandata dall’attuale sindaca Elena Benassi perché, come dichiarato a varietestate, Ungaro ha un contenzioso con il Comune. In realtà Ungaro, all’epoca dei fatti vigile urbano di Brescello e collaboratore di un quotidiano locale, non ha più alcun contenzioso con il Comune avendo vinto in tutti i gradi di giudizio la causa contro il suo indebito licenziamento. E’ vero, invece, che il collega continua a ricevere minacce per la sua attività d’inchiesta svolta in passato e che è stato oggetto, insieme agli autori di uno spettacolo teatrale ispirato alla sua vicenda, di una querela per diffamazione da parte dell’ex sindaco Ermes Coffrini.
L’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagnacosì come l’Ordine regionale dei Giornalisti ritengono che Ungaro sia pienamente titolato a partecipare e ad essere intervistato nell’ambito di un dibattito sulle infiltrazioni mafiose in un territorio nel quale, purtroppo, non sono mancati fatti gravissimi, come ha ampiamente dimostrato il processo Aemilia appena conclusosi in primo grado. Il Sindacato dei giornalisti – d’intesa con l’Ordine – vuole essere la scorta mediatica di Donato Ungaro, privato del suo lavoro e della possibilità di continuare a fare inchieste perché toccava nervi scoperti. Per questo la presidente dell’Aser Serena Bersani, in rappresentanza di tutte le giornaliste e i giornalisti, sarà a Brescello la sera dell’8 marzo insieme a Ungaro e a quanti vorranno manifestare con la loro presenza l’impegno a non essere indifferenti e a mantenere la schiena dritta di fronte all’illegalità.