«Gli arresti di Castellino e Nardulli sono la conferma delle denunce fatte dai colleghi», commentano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi. «Ci auguriamo – proseguono – che sia solo un primo passo per identificare quanti, e non solo a Roma, continuano a minacciare i cronisti che, in vario modo, si stanno occupando della ricostruzione di movimenti neofascisti e neonazisti in Italia, vietati dalla Costituzione e dalle leggi della Repubblica. Se è vero che spetta solo alla magistratura accertare le responsabilità individuali, non vi è dubbio che da tempo, circondati da diffusi silenzi e omissioni, questi gruppi hanno preso di mira la libera informazione, dall’assalto a Repubblica alle ripetute minacce contro Paolo Berizzi, Federico Gervasoni, Sara Lucaroni, Nello Scavo, Andrea Palladino, solo per citare alcuni casi, tutti ‘colpevoli’ di aver esercitato il diritto di cronaca al servizio dei cittadini».
La Federazione nazionale della Stampa italiana, concludono Lorusso e Giulietti, «anche in questo caso è a disposizione dei colleghi per assisterli in qualsiasi sede, compresa quella legale».
Il provvedimento restrittivo nei confronti dei due esponenti dell’estrema destra è firmato dal gip Mara Mattioli. Rapina aggravata e lesioni aggravate i reati contestati. Secondo quanto ricostruito dal pm Eugenio Albamonte, i giornalisti sono stati aggrediti durante la commemorazione per aver effettuato videoriprese senza il consenso dei partecipanti. Accerchiati separatamente, uno è stato picchiato con violenza, l’altro minacciato di morte e poi colpito a calci e pugni con contestuale sottrazione del documento di identità per conoscerne le generalità.
Il tutto allo scopo di impossessarsi del materiale registrato nel corso dell’evento e di impedire loro di esercitare il diritto di libertà di stampa. Stando agli accertamenti svolti dalla Digos, tra gli assalitori c’erano proprio Castellino, che pure era sottoposto al regime della sorveglianza speciale, e Nardulli.
Secondo la giudice, Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli possono reiterare i reati contestati, tenuto conto ‘dell’indole violenta, della particolare spregiudicatezza e della spiccata capacità delinquenziale dimostrata’ in questa vicenda da soggetti ‘del tutto incuranti delle conseguenze che ne potevano derivare’, si legge nelle motivazioni degli arresti domiciliari. ‘La persistenza nel proposito criminoso dimostrato dagli indagati, l’uso di particolare violenza e le minacce di morte profferite ai danni delle persone offese, il grave stato di soggezione e timore provocato in tal modo sulle vittime, appaiono sintomatici di personalità prepotenti, aggressive, incapaci di controllare gli impulsi e soprattutto privi di qualsivoglia remora così da ritenere sussistente un elevato, concreto e attuale pericolo di recidivanza di reati della stessa specie’, rileva la gip.