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2014-2019. I concorsi nelle scuole di Articolo 21. Libertà d’informazione e diritto alla conoscenza

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Dal 2014, Articolo 21 è impegnato, insieme con il Miur, la Fnsi e altre autorevoli istituzioni in un esperimento di educazione ai media che coinvolge gli studenti delle primarie e delle secondarie per promuovere tra i giovani una cultura critica dell’informazione e i valori che ispirano gli Articoli 3 e 21 della Costituzione: pari dignità, uguaglianza, diritto di informare, ma anche dovere di informarsi e di conoscere.
Abbiamo iniziato, cinque anni fa, con un argomento complesso anche per gli addetti ai lavori: la mission del servizio pubblico radiotelevisivo, cioè in che cosa deve distinguersi la Rai per non essere omologata a una Tv commerciale.
Il concorso ebbe una partecipazione inaspettata: tant’è che il Presidente Mattarella, appena eletto, volle premiare personalmente le scuole aderenti al concorso. www.cartadidentitarai.it
Nel 2016, abbiamo lanciato un concorso su una delle pietre angolari della nostra Costituzione: l’Articolo 21, perché fosse oggetto di riflessione e approfondimento per i giovani che devono districarsi tra fake news, post-verità e campagne d’odio, imparando a distinguere, in mezzo al chiacchiericcio insensato, le notizie vere, le fonti accreditate, il contesto e il retroterra dei fatti: www.rileggiamolarticolo21.it
Con il concorso di quest’anno, dedicato all’Articolo 3, abbiamo voluto accendere un faro su una grave ingiustizia, una piaga sociale trascurata dai media e dalla politica: l’analfabetismo funzionale, una discriminazione di cui sono vittime, spesso inconsapevoli, decine di milioni di cittadini italiani, il 40% secondo i dati di Istat, Unesco e OCSE. www.rileggiamolarticolo3.it/
Si tratta di persone che sanno leggere, scrivere e far di conto ma non sono in grado di comprendere la realtà che li circonda; le dinamiche e le contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo le percepiscano – quando le percepiscono – in modo distorto e superficiale. Non disponendo di capacità critica contribuiscono all’impoverimento del discorso pubblico: sono esposte alle campagne di disinformazione, alle credenze pseudoscientifiche e alla demagogia; da utenti della rete, alimentano, inconsapevolmente, lo shitstorm, il chiacchiericcio e il manicheismo che impazza sui social network.
L’analfabeta funzionale non ha un libro in casa, non legge i giornali, ha una scarsa padronanza del linguaggio e propende alla suggestione piuttosto che all’argomentazione razionale. Inoltre, spesso non sa sfruttare il sistema di welfare che prevede compilazione di moduli e conoscenza delle procedure di accesso ai servizi, soprattutto sanitari; tant’è che gli analfabeti funzionali vivono in media quattro anni in meno di chi ha un titolo di studio elevato e una biblioteca con diverse centinaia di libri. Questo cittadino non-educato era per Norberto Bobbio, una promessa non mantenuta della democrazia, un tradimento dell’Articolo 3 della Costituzione.
Gli studenti aderenti al concorso dovranno elaborare un testo di approfondimento di circa trenta righe che sarà esaminato da una giuria composta di autorevoli uomini di cultura; tra questi ,Giuliano Amato, Luigi Berlinguer, Remo Bodei Lorenza Carlassare, Giulio Giorello, Sergio Lepri Roberto Zaccaria, Sergio Zavoli.
Il testo vincente, elaborato in forma di pre-sceneggiatura, sarà affidato a un regista di fama per avviare una campagna di sensibilizzazione contro l’analfabetismo funzionale e le sue conseguenze.


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