Il Governo non se ne dà per inteso, i mezzi di informazioni non se ne occupano, l’opinione pubblica non ne è avvertita. E’ come se fosse accaduto niente. E invece no! A Roma,il 9 febbraio, sabato, è accaduto qualcosa davvero d’importante, che riguarda tutto il Paese: si è preannunciata la nascita di un soggetto nuovo, un tipo nuovo di sindacato che non si occupa solo della tutela dei lavoratori negoziando livelli salariali e acquistando o difendendo diritti, ma che si dà carico in primo luogo dell’assetto complessivo di tutta la società. Di una società di cui in piazza san Giovanni i Segretari Generali delle tre Confederazioni hanno presentato un’idea condivisa idea intorno alla quale il nuovo soggetto può nascere.
Una società che al centro ha il lavoro e al centro del lavora ha la persona, cioè un essere umano sessuato, maschio e, prim’ancora, donna. Tant’è che, anticipando in qualche modo il futuro, alla questione di genere nel mondo lavoro è intestata una inedita posizione di responsabilità nella organizzazione del maggiore sindacato tra quelli esistenti.
Insomma il 9 Febbraio è stata preannunciata la nascita di un Soggetto Generale che e si pone come agente di un processo di cambiamento del Paese – che si intreccia con il cambiamento delle stesse organizzazioni sindacali esistenti – secondo due coordinate, o linnee guida: la qualità del lavoro e la qualità dell’ambiente.
Qualità del lavoro che non significa solo salubrità e sicurezza dell’ambiente di lavoro e dignità del lavoratore e della lavoratrice, ma qualità del prodotto e del suo impiego ed utilizzo, qualità del modo di produrre, qualità dei mezzi di produzione e quindi scelta delle tecnologie, sicché la contrattazione si allarga sino a comprendere tutti questi aspetti. E’ chiaro che negoziando cosa produrre, come e perché produrlo, da una parte si abbassa il tasso di alienazione di chi lavora e si migliora la qualità del lavoro, e dall’altra si concorre a determinare il tipo e la qualità dei consumi e quindi ci si prende cura della qualità della società ed anche dell’ambiente, riducendone il consumo ed evitandone la distruzione.
Ma non basta. Il soggetto preannunciato vuole essere soggetto generale in senso pieno. Si profila come soggetto che intende concertare con il Governo la lotta all’evasione fiscale e quella alla corruzione, una riforma fiscale, un piano di risanamento idrogeologico del territorio,un programma di infrastrutture fisiche ed uno di infrastrutture sociali, un piano per la creazione di lavoro, il che significa promuovere un diverso assetto della società ed un altro modello economico.
In piazza san Giovanni si avvertiva che la proposta era accompagnata dalla consapevolezza che un soggetto siffatto non esiste, va creato attraverso profonde trasformazioni dei sindacati esistenti
Forse a Bari, alludeva a questo Maurizio Landini al Congresso Nazionale della CGIL quando manifestava l’intenzione di dare più spazio e voce alla base e forza ed autorevolezza ai delegati,di rilanciare il ruolo delle Camere del Lavoro ed il loro prestigio, e di assumere l’unità sindacale come valore ed obiettivo.
Dalle parole dei tre Segretari in piazza san Giovanni si avvertiva che non ci si accontenta però di un’unità limitata ad azioni vertenziali condotte di comune accordo, ma come in quella grande manifestazione unitaria erano mescolate le bandiere, si mira a mescolare storie, culture e tradizioni delle tre Confederazioni.
Ma bisogna che ciò avvenga non con una fusione a freddo contrattata dai gruppi dirigenti – come avvenne per la nascita del Partito Democratico destinandolo così sin dall’inizio al fallimento – ma partendo dalla base, nei posti di lavoro delle fabbriche, dei centri commerciali, dei laboratori di ricerca, degli enti pubblici, etc. Se avverrà così ci troveremo di fronte ad una rivoluzione. . La comparsa di un simile soggetto nella società e sulla scena politica romperebbe infatti gli assetti esistenti, darebbe l’abbrivio a forme nuove di rappresentanza e a nuovi equilibri politici.
Avverrà tutto questo? Solo il tempo lo saprà dire. Non resta che aspettare e sperare. Sperare che quanti in piazza san Giovanni hanno avuto l’intuizione ed il coraggio di annunciare queste novità abbiano la saggezza di percorrere il percorso indicato con ponderazione ed umiltà tenendosi saldamente uniti alla base e schivando le trappole dei personalismi, come le lusinghe delle appartenenze. Un percorso non facile ma neppure impossibile da percorrere insieme. Buona strada, dunque, a chi lo sta intraprendendo.