Dalle anticipazioni sulle linee guida del piano industriale della Rai emerge una novità di non poco conto, auspicata da molti anni da Articolo 21 e ribadita subito dopo l’insediamento del nuovo CdA (*): la riorganizzazione dell’azienda per generi (fiction, intrattenimento, informazione, cultura, sport), un modello che soppianterebbe definitivamente quello verticale per media (reti e testate radiotelevisive, web, canali tematici) risalente alla riforma del 1975 quando la Rai agiva in regime di monopolio.
In realtà, negli ultimi decenni, sotto il segno dell’estemporaneità, sono state apportate modifiche a questo modello generando una sorta di stratificazione geologica di organigrammi sovrapposti gli uni agli altri in maniera del tutto incoerente, che ha penalizzato l’innovazione, la creatività e i profili professionali, che è stato il brodo di coltura della lottizzazione e ha relegato la produzione nell’angusto ambito della messa in onda, precludendo al servizio pubblico non solo un’offerta editoriale coerente e sinergica ma anche una presenza significativa nel mercato internazionale. D’altronde, come si può pensare di arginare la pervasività delle media company e dei grandi aggregatori di contenuti facendo leva sulle reti televisive, strutture di piccolo cabotaggio che, a causa della loro dimensione, i format possono solo acquistarli o darli in appalto con la conseguenza di omologare sempre più l’offerta di servizio pubblico a quella delle Tv commerciali?
I format e i servizi intermediali richiedono ingenti investimenti, coproduzioni internazionali e alleanze strategiche con i servizi pubblici; per perseguire questi obiettivi servono strutture specializzate in un determinato genere di prodotti, dotate di adeguate risorse economiche e profili professionali altamente qualificati
che progettano e realizzano prodotti per molti-media; altro che le attuali reti-bonsai!
Negli ultimi anni, Articolo 21 ha dedicato al tema della riorganizzazione diversi convegni apportando un contributo originale. Pertanto, se le indiscrezioni sul piano industriale saranno confermate, Articolo 21 proporrà un confronto pubblico tra i vertici aziendali, le rappresentanze sindacali e i membri della Commissione di Vigilanza.