Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha conferito la cittadinanza onoraria a Paolo Borrometi, presidente di Articolo21, autore di inchieste e reportage sulla criminalita’ mafiosa, da anni ormai costretto a vivere sotto scorta dopo aver subito una violenta aggressione e numerose e anche recenti intimidazioni. Borrometi e’ stato insignito del riconoscimento “per avere esposto a rischio la propria incolumita’ per l’affermazione della verita’, facendo luce con le sue inchieste su zone d’ombra del nostro Paese, denunciando episodi di corruzione, riciclaggio, traffici illeciti, affari intessuti da Cosa Nostra a carattere nazionale e internazionale, rapporti tra mafia, politica e affari. Per avere praticato e promosso un giornalismo sempre attento alla difesa della democrazia, rivestito di autorevolezza e indipendenza contro ogni tentativo di ‘mascariamento’, di distoglimento dalla verita’, diffondendo altresi’ cio’ che qualcuno non vuole che si sappia, raccontando cio’ che e’ nascosto e cio’ che non puo’ mai piacere essere rivelato ai poteri forti. Per avere creduto nel valore del giornalismo, difendendolo profondamente, lottando per la crescita sociale e culturale del proprio Paese, anche con forti denunce alle Istituzioni colluse o distratte, trasformando la paura del rischio di perdere la propria vita, nella consapevolezza di svolgere semplicemente il proprio dovere, lasciandosi ispirare dall’insegnamento familiare Mai giu’, sempre su”. Nel corso della cerimonia, il sindaco Orlando ha espresso al giornalista “stima e ammirazione per la sua professione esercitata contro ogni forma di censura, omerta’, violenza e sopruso, espressione dei valori di giustizia e liberta’, valori condivisi e promossi da questa citta'”. “Palermo, citta’ martire della mafia, ha avuto tanti suoi figli illustri caduti per mano mafiosa – ha detto Borrometi – ma le tante tragedie che l’hanno segnata sono pero’ servite a risvegliare una coscienza civile e una consapevolezza sulla necessita’ del rifiuto di ogni forma di accondiscendenza verso la criminalita’ organizzata. A Palermo, insomma, e’ maturata una coscienza civile nei confronti della mafia, che, purtroppo, non si riscontra in altre realta’ della nostra Sicilia. Io sono un siciliano con un forte attaccamento ai valori del nostro Sud e proprio per questo ho ritenuto mio dovere, prima che di giornalista, di cittadino, denunziare le attivita’ mafiose in zone, come la mia provincia di Ragusa o quella limitrofa di Siracusa, che per comodo di tanti, venivano considerate immuni dal cancro della mafia.”